A quindici mesi dalla sua chiusura, i marittimi in strada reclamano
E’ il 07 Novembre 2013, alle 9 del mattino centinaia di persone, riunite dalla Confsal e dal movimento spontaneo «Marittimi per il futuro» partono dalla villa comunale di Corso Vittorio Emanuele,per trovarsi verso le 10 presso
quella che era la sede della cassa marittima, invadendo con striscioni e bandiere via Cesare Battisti e impedendo la viabilità per circa 10 minuti, prima dell’arrivo sul luogo degli agenti del commissariato di via Sedivola. A suon di slogan e volantini inchiodano i politici e le istituzioni alle loro promesse di riapertura, poiché dopo aver pensato ad una soluzione alternativa avevano annunciato un progetto di riqualificazione che però da mesi tarda a decollare. I locali erano stato chiusi dal sindaco il 7 agosto 2012 a causa di una relazione negativa dell’Asl che aveva rilevato una serie di carenze strutturali ed igienico-sanitarie, e da allora i lavoratori del mare torresi, tra i quali si contato circa 16mila matricole, rappresentando così la seconda realtà nazionale, sono costretti a recarsi agli uffici di Napoli anche per la semplice prescrizione di un farmaco, vedendosi così succubi di aggravanti spese in costi e tempi. Per questo motivo avevano già scritto una lettera al Comune di Torre del Greco, all’amministrazione di Stefano Caldoro e al Ministro della Salute, e solo in questa occasione è Malinconico a dare loro una risposta, mostrando le autorizzazioni che già da luglio permettevano ai proprietari dello stabile di dar via all’opera di ristrutturazione e messa in sicurezza, ed impegnandosi a scrivere personalmente una lettera di sollecito. Difficilmente la riapertura sarà a breve, ed i marittimi, che ancora si sentono lesi nei propri diritti e nella propria dignità, chiedono che almeno una parte della struttura sia aperta per consentire un minimo di agevolazioni in questa situazione di parecchio disagio.
Luca Marino