Se maltratti un bambino uccidi i suoi neuroni
“Le ricerche scientifiche provano che esperienze traumatiche croniche e modalità maltrattanti continuate producono, nei primi anni di vita del bambino, la sofferenza e la morte di neuroni attinenti alle aree dell’intelligenza, ma anche del sistema parasimpatico, ormonale, immunitario”: questa è una parte
dell’intervento intitolato “Minori, forme di abuso e danni evolutivi” fatto dalla psicologa Claudia Mennella durante il convegno dal titolo“’V’ per Violenza”, inserito all’interno dell’appuntamento annuale della “Settimana del Benessere Psicologico”, promossa dall’Ordine psicologi della Campania, che si è svolto a Torre del Greco, a Palazzo Baronale, mercoledì 20 novembre. Nella stessa giornata che è stata eletta “Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia”, la dottoressa Mennella ha continuato la sua relazione dicendo che, al contrario, “i bambini la cui integrità non è stata attentata, che hanno trovato presso i genitori la protezione, il rispetto e la sincerità di cui hanno bisogno, saranno adolescenti e adulti intelligenti, sensibili, comprensivi ed aperti; non sentiranno la necessità di far male ad altri, né a se stessi, ed ancor meno di suicidarsi. Essi saranno naturalmente portati a rispettare e proteggere i più deboli e, di conseguenza, i loro figli, perché – ha concluso Claudia Mennella – essi stessi hanno sperimentato il rispetto e la tutela”. Dopo che il sindaco, Gennaro Malinconico, e l’assessore alle Politiche sociali, Claudia Sacco, hanno fatto gli onori di casa, la conferenza è stata aperta dalla psicologa Iolanda Fimiani, che nel suo intervento, intitolato: “Sotto la voce violenza” (titolo, come ella stessa ha poi spiegato, nato da un gioco col dizionario: “ho cercato sotto la lettera ‘V’ e ci ho trovato la parola ‘Violenza’, ma anche molte altre che con accezione positiva o negativa si ricollegano al tema delle violenze”), ha parlato dell’esistenza della violenza in chiave evoluzionistica, come comportamento guidato da una spinta aggressiva presente nella specie umana per eredità filogenetica. L’aggressività – ha poi chiosato la dottoressa Fimiani – non è di per sé negativa o positiva, ma può essere utilizzata per mettere in campo comportamenti aggressivi con finalità assertiva cioè per difendersi o far valere le proprie ragioni”. Dopo, è stata la volta della psicologa Fortunata Galliano parlare di: “Mai per amore…nasce la violenza”, ovvero ha affrontato il tema della violenza di coppia dove generalmente la vittima è la donna. Quello della violenza di coppia “è un fenomeno che trova le sue radici nelle esperienze dell’infanzia”. “E’ importante che le donne imparino ad individuare i segnali della violenza per trovare in se stesse il coraggio di liberarsi da uno stato di abuso – ha spiegato la dottoressa Galliano -. La sofferenza più grande sta nel rimanere immobili, come paralizzate, senza capire come mai si è portate a voler rimanere in una situazione che non può essere tollerata. Sul territorio nazionale – ha poi concluso la psicoterapeuta in formazione, Fortunata Galliano – esiste una rete di centri antiviolenza in grado di offrire assistenza sotto il profilo psicologico, legale, abitativo alla donna vittima di violenza per aiutarla ad uscire dal rapporto e ricostruire la propria vita”. Al termine c’è stato il saluto della dottoressa Monica Terrizzi, in rappresentanza dell’Ordine regionale degli psicologi.
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