Avvocati del diavolo
In tempo di crisi appare normale che Governo e Parlamento si concentrino sull’adozione di misure volte a sostenere l’economia del Paese e a garantire l’equilibrio dei conti pubblici. Non si può pretendere, evidentemente, che in una condizione di emergenza, come quella che stiamo vivendo in Italia, la classe
politica dedichi attenzione a temi che richiedono, per loro natura, un’attenta, e lunga, discussione tra le varie forze politiche. Non c’è dubbio, però, che alcune questioni, allorquando (si spera) sarà superata la crisi, dovranno essere affrontate, col supporto di un’ampia maggioranza in seno al Parlamento. Tra i temi di maggiore importanza figura, senz’altro, l’elaborazione di un nuovo codice penale, considerato che, ad oggi, trova applicazione, nel settore penale, una normativa vecchia, ormai, di più di ottant’anni. E’ pur vero che il codice attualmente in vigore è stato oggetto, nel corso degli anni, di numerosi interventi, sia da parte del legislatore che da parte della Corte Costituzionale, in modo da adeguare le norme penali alle muta- te esigenze e di renderle compatibili con la Costituzione; tuttavia, se guardiamo, soprattutto, alla parte del codice relativa ai reati in generale, si evidenzia come l’usura del tempo abbia agito sull’impianto normativo, rendendo necessario il superamento dello stesso. Alcune norme, in modo particolare, rivelano, più di altre, l’ispirazione a logiche di pura repressione, pienamente coerenti con il clima politico e sociale in cui furono partorite, ma che, al giorno d’oggi, rappresentano degli autentici anacronismi: tra queste ricordiamo, ad esempio, l’art. 110 c.p., sul concorso di persone nel reato, che, in barba al principio di legalità, stabilisce, in maniera quanto meno generica, che coloro che “concorrono nel medesimo reato” sono puniti con la pena prevista per quest’ultimo. E’ la genericità delle norme, però, che autorizza lo Stato a commettere abusi. Per quanto ancora, dunque, ci chiediamo, può essere rimandata la discussione avente ad oggetto l’elaborazione di un nuovo codice penale?
Alessandro e Giovanni Gentile
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 novembre 2013