“Rassegno, dopo attenta riflessione e a definitiva riprova di non essere attaccato alla poltrona, le mie irrevocabili e definitive dimissioni dalla carica di sindaco di Torre del Greco”, è questo l’atto conclusivo di uno stanco ed amareggiato Gennaro Malinconico, che nella mattinata di ieri si è tolto di dosso una ormai “pesante” fascia tricolore.
Per spiegare le motivazioni, della terza dimissione in dieci mesi, alla città ha riempito 6 pagine di foglio A4 (qualcuno nelle stanze buie di Palazzo Baronale ha parlato, tra il serio e il faceto, di una sorta di memoriale difensivo da presentare in Procura).
Nel documento inviato al presidente del consiglio comunale, al segretario comunale e ai capigruppo consiliari parla di “decisione che, ribadisco è mia e solo mia”. Infatti, ha sentito “il dovere di rendere pubblico, il disagio, lo sconforto e la solitudine di chi, come me, stava facendo quanto era umanamente possibile nel tentativo di risolvere le gravi problematiche nelle quali versa la nostra città”. Gli resta però il rammarico di “una serie di attività amministrative in itinere o che dovevano e potevano essere portate, in tempi ragionevoli, a concreta attuazione. Ciò si è in parte verificato, tanto è vero che sono in fase avanzata di programmazione e, quindi, di prossima realizzazione una serie di azioni amministrative, afferenti, in particolare, al programma PIU Europa”. Ricorda quello che è stato fatto come le opere che “sono state completate e sono state consegnate alla città”, come l’ex palestra Gil, nonché l’ex Pescheria, che è “divenuta la nuova sede dei Vigili Urbani”. Passa, poi, ai lavori completati al cimitero e subito dopo ai prossimi lavori che cambieranno aspetto al centro storico. Dopodiché dichiara che nella sua funzione, ha “dato esecuzione, quasi del tutto, alle prescrizioni contenute nell’atto di invito e diffida del prefetto di Napoli, in relazione al quale ero e sono un mero esecutore d’ordine”. Mentre rispedisce al mittente le accuse dell’opposizione nel
“settore del servizio di igiene ambientale”, registrando, però, la “debolezza mostrata dalla ‘mia’ maggioranza che non ha saputo reagire con la dovuta energia e non ha saputo sostenermi come avrei desiderato”. Sottolineando, al contempo, “il rammarico di non aver potuto far decollare il piano di raccolta porta a porta”. Scorrendo le sei fitte pagine redatte dall’ormai ex primo cittadino (anche se ha 20 giorni di tempo per ritirare le dimissioni scongiurando così l’arrivo di un commissario prefettizio) si legge della problematica dell’ospedale Maresca: “Ho più volte richiesto audizione, mai concessami, all’onorevole Caldoro, nel mentre ho incontrato il sub commissario alla Sanità Morlacco, il direttore generale dell’Asl Na 3 Sud D’Amora, e la quinta commissione regionale della Sanità”. oltre alla problematica degli immobili abusivi da demolire: “Ho incontrato, richiedendo attenzione sulla problematica e provvedimenti ad hoc, il governo, nonché i parlamentari nazionali, regionali, provinciali, nonché i magistrati delegati”. Invece per i fallimenti della Deiulemar e della Dimaiolines dice di aver “sollecitato specifici interventi ai rappresentanti del governo e a numerosi parlamentari”. Ma nonostante tutto questo, rimarca “l’assoluta impossibilità, allo stato, di proseguire nel mio impegno, non sentendomi più supportato da una maggioranza che non mi appare, e non è, coesa e che sembra essersi frazionata in due o più gruppi in non totale accordo tra loro”. “Mi sarebbe stato facile – chiosa – uscire di scena, adducendo ragioni connesse al mio stato di salute. Ma la mia dignità, la mia serietà, il dovere la lealtà dovute alle istituzioni e a coloro che mi hanno sostenuto me lo impediscono. Gli atteggiamenti di una parte della ‘maggioranza’, alla fine mi hanno deluso e demotivato”. Conferma, poi, di aver avuto pressioni da alcuni membri della maggioranza per “soprassedere”, per “vivacchiare, evitando, così, un immediato ricorso alle urne, paventato da coloro che questo mio atto spalanchi le porte al centrodestra”. Termina con un appello a chi lo ha votato circa 2 anni fa: “Invito i miei concittadini a continuare nella direzione già intrapresa, dal momento che un ritorno al passato sarebbe disastroso e irreparabile”.
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