Quella dell’altro ieri è stata l’ennesima giornata difficile per Gennaro Malinconico: forse l’ultima.
L’annuncio della chiusura ufficiale del suo mandato da sindaco (a noi ha confermato che la decisione è definitiva) è arrivata insieme alla notizia che è in arrivo la prescrizione per il reato di falso ideologico a Ciro Borriello che, se condannato, gli costerebbe l’interdizione dai pubblici uffici. La notizia che vedrebbe l’ex primo cittadino del Pdl invischiato in un processo per una truffa al servizio sanitario nazionale (per una storia di false dichiarazioni in referti medici), è vicina ad una svolta, significa che alle prossime comunali è prevista una sua discesa in campo. Questo ha provocato un fremito nervoso sul volto solitamente roseo del sindaco Malinconico e di coloro (tanti) i quali temono nuove elezioni. Se a questo sommiamo anche il fatto che, sempre l’altro ieri, c’è stata la conferma della rottura in seno alla sua maggioranza, con la replica di Gaetano Frulio alle accuse di inesperienza nel ruolo di presidente del consiglio comunale mossagli contro dal suo predecessore a quella carica, Filippo Colantonio, è chiaro che il sindaco ha avuto una giornataccia.
Ma veniamo ai fatti. Il primo. Dopo giorni di fibrillazioni dentro alla maggioranza, e dopo lunghe riflessioni fatte insieme ai propri familiari (qualche maligno parla anche di minacce da parte di professionisti della politica che hanno spinto per una soluzione che portasse ad organizzare elezioni più vicine contro il rischio paventato di una “disoccupazione” di lungo termine, nel caso di dimissioni rinviate di qualche mese), il 67enne Gennaro Malinconico ha deciso di porre fine definitivamente alla sua esperienza a Palazzo Baronale.
“Ho fatto sempre il mio dovere di primo cittadino – ci spiega al telefono con voce serena l’ormai ex sindaco Malinconico – lavorando 12 ore al giorno, ma ora è venuto il tempo di richiamare ognuno alle proprie responsabilità: maggioranza ed opposizione. In una situazione complessa, piena di problemi, come quella degli abbattimenti e della nettezza urbana ci voleva quel qualcosa in più da parte di tutti che non è venuto. Penso che agli occhi dell’opinione pubblica la mia integrità morale resti intatta e, a riguardo alla lunga lettera sulle motivazioni che mi hanno spinto a lasciare il ruolo di sindaco, non penso che io abbia bisogno di difendermi da niente e da nessuno: parlano i fatti. Nei miei due precedenti ripensamenti alle dimissioni – continua – ha prevalso il debito morale che sento verso chi mi ha votato (ricorda che il suo nome ha avuto più preferenze rispetto alle liste che lo supportavano) e soprattutto le rassicurazioni sottoscritte da tutti in un documento, di remare nella stessa direzione per il bene della città. Rassicurazioni che, poi, sono state disattese. Ora, visto anche le mie condizioni di salute, le quali non mi permettono di occuparmi a tempo pieno della cosa pubblica, ho deciso di rassegnare le dimissioni, e questa volta non ci saranno ripensamenti, non ci saranno rassicurazioni che possano farmi cambiare idea. Questa volta è definitivo”.
La seconda notizia che ha fatto traballare la poltrona sulla quale erano seduti tutti coloro che temono una vittoria del centrodestra alle prossime comunali, è la novità delle ultime ore, e cioè che Ciro Borriello è più tranquillo per ricandidarsi a sindaco, visto il dimezzamento dei tempi di prescrizione del processo che lo vede coinvolto per falso ideologico legato ad una presunta truffa al servizio sanitario nazionale, grazie alla derubricazione del reato. “E’ stato riconosciuto come un semplice errore di trascrizione e per questo non mi sento colpevole”. Poi, a riguardo delle dimissioni di Malinconico, dice: “Era chiaro fin da subito, visto che quella creata attorno all’attuale sindaco era una coalizione messa insieme solo per battere me, ma che alla luce dei fatti si è rivelata molto disomogenea”. Che vuole candidarsi, non lo dice apertamente, ma lo lascia intuire: “Il prossimo sindaco deve partire dal fatto di fare cinque sei cose più importanti per la città. È indubbio che con me c’erano stati miglioramenti su vari aspetti, primo fra tutti la vivibilità”.
Per finire in bellezza, c’è l’ufficializzazione della rottura del duplex di maggioranza Colantonio-Frulio. Infatti, dopo la lettera di Filippo Colantonio che chiedeva l’annullamento della convocazione della riunione consiliare del 4 febbraio per un “errore di interpretazione normativa dovuta all’inesperienza del ruolo” del suo successore alla carica di presidente, l’avvocato Gaetano Frulio; è arrivata la replica del neopresidente che parla di un ritardo di “soli quattro giorni rispetto a quanto normato nello statuto”, portando così ad un risparmio di 2000mila euro alle già tanto risicate casse comunali.
Di fronte a questa piccola valanga di notizie, sale la preoccupazione tra gli sherpa di Palazzo Baronale.