Quando parliamo di autonomia, inevitabilmente facciamo riferimento a quello “status”, prevalentemente economico e sociale, che mette il soggetto in condizione di agire in totale libertà, senza vincolo alcuno. Di certo oggi la componente economica ha assunto connotazioni più ampie, ma non solo, l’autonomia è diventata uno dei maggiori obbiettivi che i giovani di prepongono. Ma quante possibilità ci sono di raggiungere tale traguardo per un giovane oggi? I giovani continuano a voler guadagnare una propria autonomia e costruire un proprio percorso di vita, ma molto spesso si trovano costretti a fare retromarcia. Ovviamente ciò grava sulle spalle dei genitori che, dunque, rappresentano i baluardi di una generazione che dinanzi a sé ha solo l’ignoto. Quanto fino ad ora detto è stato confermato dall’indagine “Rapporto Giovani” dell’Istituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo, sostenuta dalla Fondazione Cariplo, realizzata dall’Ipsos, da un campione, rappresentativo su scala italiana, di 4500 giovani tra i 18 e i 29 anni.
Dopo un periodo di autonomia, ben il 77 per cento dei maschi (oltre tre su quattro) usciti di casa dopo aver trovato un lavoro o per studio, torna a vivere nella sua famiglia d’origine, percentuale del 70 per cento per le femmine. La situazione è più drammatica al sud in cui la percentuale di giovani che dopo un periodo di autonomia tornano a vivere con i genitori è del 79,2%, contro il 70,1% e il 68,8% al nord. Tuttavia la questione non riguarda, come forse al contrario molti sottolineano, il divario tra nord e sud poiché le percentuali sono e restano altissime i tutta Italia e tutto va a discapito di tutti.
Per quanto riguarda, invece, le motivazioni che spingono i giovani al rientro, queste vanno dall’aver terminato gli studi (71,5%),al non aver trovato un posto di lavoro che consenta di mantenersi (98%), all’avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato (89,9%).
Alla luce di quanto detto, quindi, tralasciando i casi eccezionali che non mancano mai, non è vero che i giovani restano legati alle famiglie perchè mammoni, ma per difficoltà oggettive inasprite dalla crisi.
Alessia Rivieccio
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 19 marzo 2014