Sono in molti a confondere un Piano di Protezione Civile con un Piano di evacuazione
Lo scorso venerdì 9 maggio, presso i locali dell’Associazione Culturale ed Ambientale “Arcobaleno” di Torre del Greco, si è tenuta una conferenza dibattito di Giuseppe Luongo, vulcanologo e professore emerito di Fisica del Vulcanesimo dell’Università Federico II di Napoli, già Direttore dell’Osservatorio Vesuviano. Una vera e propria lectio magistralis quella di Luongo, con un titolo eloquente, ovvero “Rischio Vesuvio-le scelte per la sicurezza delle popolazioni”. Proviamo qui a riassumerne i punti salienti. Innanzitutto il problema
Di sicuro l’Osservatorio Vesuviano e la comunità scientifica lavorano alacremente in questo campo; ma purtroppo previsioni a lungo termine, secondo gli addetti ai lavori, non è possibile farne. Dai dati statistici, afferma Luongo, è ragionevole ipotizzare una prossima eruzione di intensità paragonabile a quella del 1944, ma non si può escludere che possa essere anche più violenta e distruttiva. Sempre dai dati raccolti in letteratura scientifica, si sa che eventi sismici sempre più frequenti e deformazioni del suolo in zona limitrofa al cratere sono da ritenersi fenomeni precursori di un’eruzione; ma tale fenomenologia (al momento per fortuna assente) può acquisire significato solo se si è a pochi giorni o a poche ore da un’eventuale eruzione. La conferenza si chiude con un acceso dibattito, che avrebbe meritato ben più spazio, sul Piano di Emergenza, altro nodo della questione. Molte persone confondono un Piano di Protezione Civile con un piano di evacuazione; ma non sono la stessa cosa. Un Piano di Emergenza richiede una serie di competenze e di sinergie a vari livelli (scientifiche, strategiche, amministrative, informative). Ma, sottolinea il relatore, a monte di un efficace Piano ci devono essere una valida pianificazione territoriale, delle misure strutturali adeguate e degli efficaci sistemi di allarme. “Personalmente non credo che il gemellaggio dei comuni della Zona rossa con altri comuni italiani sia efficace: sradicare le attività produttive e professionali dai territori d’origine è un errore; piuttosto sarebbe opportuno mandare le persone eventualmente evacuate in altre zone della Campania non a rischio Vesuvio, dando la precedenza ad anziani, disabili etc”, conclude Luongo.
Marika Galloro
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 21 maggio 2014