L’agricoltura tanto importante quanto disprezzata, almeno fino a qualche tempo fa, dalla stragrande maggioranza dei giovani. La frase “vai a lavorare la terra” dapprima usata come offesa per le, cosiddette, “teste calde” della nostra società, oggi sta diventando una prerogativa per molti ragazzi che hanno riscoperto quest’”arte” ,se così la possiamo definire. “E’ un lavoro figo” ha commentato il ministro dell’agricoltura Nunzia di Girolamo e quanto pare non è l’unica a pensarlo. Già tra il 2010 e il 2011 l’ISTAT aveva registrato un aumento del 2,5% degli occupati in agricoltura.
Pertanto Da un’analisi di Coldiretti, realizzata in occasione della divulgazione dei dati Istat, emerge che la
componente giovanile nel lavoro agricolo è in crescita. Dopo anni di fuga dalle campagne il trend si sta invertendo: nei campi un lavoratore su quattro è giovane. Sono sempre di più i giovani che vedono nell’agricoltura uno sbocco professionale, come dimostra la crescita degli iscritti alle facoltà di Agraria in tutta Italia, variabile dal 6% fino al 30%. Un sondaggio condotto lo scorso anno, inoltre,ha rivelato che il 38 per cento dei giovani italiani preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (28 per cento) o fare l’impiegato in banca (26 per cento). Nel primo trimestre sempre del 2013, inoltre, le assunzioni degli under 35 in agricoltura sono cresciute di ben il 9%. L’agricoltura è forse uno sei pochi settori, se non l’unico, che non conosce crisi e questo i giovani lo hanno capito. Forse per rinascere e migliorare bisogna partire proprio da qui.
Alessia Rivieccio
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 4 giugno 2014