Si punta il dito, innanzitutto, contro il non funzionamento dell’attuale sistema di telecamere
Il Comune di Torre del Greco ha presentato, di recente, la propria candidatura per realizzare un progetto finalizzato all’ampliamento dell’impianto di videosorveglianza cittadino. L’idea progettuale, se accolta, permetterà di installare ulteriori telecamere sul territorio corallino, beneficiando di contributi finanziari nazionali e comunitari, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Legalità” e delle Politiche di Coesione Europea 2014-2020.
Il progetto è già stato preso in esame dal commissario prefettizio Manzo, alla guida della città fino alla
recentissima elezione del deputato Ciro Borriello. “Le risorse economiche messe a disposizione dallo Stato e dall’Europa – spiegava qualche giorno fa il Commissario Straordinario Pasquale Manzo – consentono ai Comuni di dotarsi di strumenti utili a contrastare i fenomeni criminosi. La nostra idea progettuale mira ad una implementazione del sistema di videosorveglianza già attivo sul territorio cittadino, per prevenire, in particolare, i crimini ambientali. Il rispetto della legalità e della sicurezza rappresentano i temi prioritari su cui ho inteso impegnarmi sin dall’inizio del mandato”. La notizia è stata ben accolta in città, soprattutto dai commercianti e dai cittadini che avvertono la mancanza di sicurezza. Ma, si punta il dito, innanzitutto, contro il non funzionamento della videosorveglianza territoriale, che permetterebbe di seguire i movimenti dei malviventi. La Torre da anni denuncia, sollecitando le varie istituzioni, verbalmente e con la pubblicazione di vari articoli, le migliaia di euro spesi per fare un impianto di videosorveglianza che non funziona correttamente. Un impianto che a pieno regime avrebbe aiutato le forze dell’ordine a sorvegliare meglio il territorio. Ma la cosa che oramai sta diventando grave è che le forze dell’ordine e la Procura non aprano un’inchiesta sul come mai questa videosorveglianza non funzioni. Come abbiamo scritto più volte le istituzioni spesso sono sorde alle denunce dei cittadini su questa e tante altre problematiche. Occorrerebbe un maggior coordinamento tra le forze dell’ordine e organi competenti. Per adesso a subire sono i cittadini onesti.
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 18 giugno 2014