Solo a fine aprile c’era stata la bella notizia per i cultori della nuotata a via Litoranea: secondo i rilievi dell’Arpac, l’Agenzia Regione Protezione Ambientale Campania, le acque di Torre del Greco erano abbastanza pulite per la balneazione. Ora, a dar man forte a quegli studi ci sarebbe anche Legambiente (anche se si tratta di un controllo effettuato in unico punto del lungo litorale corallino) che, invece, in altre località vicine a noi avrebbe riscontrato la presenza di batteri e sostanze inquinanti, al di sopra dei valori consentiti per legge.
Ventuno siti della costa campana su 31 esaminati da Goletta Verde, infatti, non sono a norma. Sono 18, in
particolare, le aree particolarmente a rischio. Il problema riguarda le foci dei fiumi e dei canali e coinvolge 115 aree urbane campane. Dei 19 punti che sono stati monitorati 10 hanno riportato cariche batteriche ben oltre i limiti. Nel dettaglio, “fortemente inquinanti sono risultati essere i prelievi d’acqua effettuati a Pozzuoli (sia allo sbocco del canale di Licola sia canale di sbocco del depuratore di Cuma); a San Giovanni a Teduccio (foce dell’Alveo Volla); a Ercolano (foce lagno Vesuviano); in due tre punti di Castellammare di Stabia (alla foce del fiume Sarno e alla spiaggia antistante il lungomare Garibaldi – angolo via Ettore Tito) e a Barano d’Ischia (alla foce del Torrente Olmitello). Sono state giudicate ‘inquinate’, invece, le acque prelevate a Napoli (Mappatella Beach sul Lungomare Caracciolo); a Torre Annunziata (spiaggia presso Lungomare Marconi) e a Lacco Ameno (spiaggia libera a destra del porto in località Fundera). Entro i limiti di legge, invece, gli inquinanti riscontrati a Bacoli (canale di sbocco Lago Fusaro); a Torre del Greco (spiaggia sulla litoranea, in località Ponte della Gatta); a Portici (spiaggia Mortelle, località ex Bagno Rex); nell’altro punto monitorato a Castellammare di Stabia (spiaggia Marina di Stabia); a Meta di Sorrento (spiaggia in località Alimuri/Punta Gradelle). Le analisi sono state eseguite dal laboratorio mobile di Legambiente dal 19 al 22 giugno.
“I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come ‘inquinati’ i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e ‘fortemente inquinati’ quelli che superano di più del doppio tali valori”, ha riferito Giorgio Zambetti, responsabile scientifico di Legambiente.