Continua lo scambio di battute tra le forze del Centrosinistra e il consigliere comunale Alfonso Ascione in merito alla candidatura di quest’ultimo tra le liste di Forza Italia (dopo che alle ultime comunali ha guidato una
“Sono segretario cittadino del Pd dal luglio di quest’anno – continua – e dunque all’epoca della fase preelettorale, aprile-maggio, non avrei potuto svolgere quel ruolo che Ascione, in cattiva fede, mi attribuisce. Quel ruolo apparteneva alla candidata a sindaco e al segretario Vittorio Cuciniello. Tuttavia, quando nel partito si è discusso di un accordo con il Ncd-Udc, io l’ho condiviso. Di questo si tratta e non di altro: di un accordo tra forze politiche. Lo si può condividere o meno in termini politici, come si può non condividere l’accordo di governo nazionale tra Renzi e il Ncd, ma altre illazioni non sono fondate”.
“Soprattutto – persiste – è infondata la ricostruzione a proprio comodo della vicenda torrese dal ’93 in poi. Non è vero, infatti, che io fui eletto dopo la caduta dei protagonisti della tangentopoli torrese. La tangentopoli torrese è posteriore, è venuta alle cronache dopo la mia prima esperienza di governo, tra il ’94 e ’95. Il voto del ’93 anche a Torre del Greco intercettava ancor più un bisogno di cambiamento di portata nazionale, e Alfonso Ascione fu ben lontano dal coglierlo, schierato com’era con la Democrazia Cristiana, che non arrivò al ballottaggio. Può avermi votato al secondo turno, ma politicamente si era già espresso quindici giorni prima e il cambiamento di clima politico non lo aveva di certo interessato”.
E ancora: “Si dirà che la sostanza non cambia, perché comunque nel ‘93 una vecchia classe politica torrese fu spazzata via e tra quella c’erano i tangentisti. Ammesso che sia vero, ciò significa che Alfonso Ascione al primo turno votò per uno schieramento che serbava al suo interno dei tangentisti. Se non che egli si descrive come colui che fin dal primo momento e coerentemente in seguito ha sostenuto il nuovo corso della politica, mentre invece io che di quel nuovo dovrei essere il simbolo, mi sarei abbassato a stringere accordi con gli artefici materiali dell’antico degrado della nostra città. “Stringere accordi” con persone, è espressione che Ascione può usare per sé, che è titolare di un piccolo partito personale, ma se la usa per me è fuori strada e mi offende”.
“Ma io – segue l’ex sindaco -, come dicevo, ho condiviso l’accordo politico con l’Udc-Ncd. Alfonso invece vi vede ombre del passato e ne trae un falso scandalo. E con una cultura primitiva e arcaica, di cui è rimasta impronta solo nelle società mafiose e camorristiche, attribuisce ai figli le colpe dei padri, intervenendo brutalmente nel dominio intangibile dei sentimenti paterni e filiali. Io guardo a un’altra genealogia, quella morale e politica. E mi domando se Alfonso Ascione non appartenga alla medesima genealogia politica di quelli che oggi ha la presunzione di giudicare”. “Ho già fatto io nel 2007 campagna elettorale per il candidato Alfonso Ascione – sottolinea Cutolo – e ricordo di aver faticato non poco in certi ambienti per convincere gli elettori della bontà di quella scelta. E oggi Ascione mi rinfaccia che uso lo stesso metro anche per nuovi alleati. Chi crede di essere? E dire che nei banchi del consiglio provinciale è stato nella stessa parte politica , ad esempio, di Giovanni Palomba. Allora, è solo una rancorosa e collerica polemica che fa uscire Ascione fuori dal lecito, nel momento in cui si propone come indebito giudice di un mondo che peraltro – lo ribadisco- è stato anche il suo”. “Insomma – scrive – sarebbe ben difficile pensare che per il futuro si possano fare alleanze politiche meno solide di quella che finora ha visto partner Ascione, come dimostrano gli ultimi sviluppi della a vicenda politica che lo interessa”.
“Quanto a me – conclude il segretario del Pd -, io non dimentico che Torre del Greco votava negli anni ’80 la Democrazia Cristiana con un consenso quasi del 50 % e che il mio partito della sinistra arrivava al 10%. E’ vero che quel mondo non c’è più, ma del grande partito democristiano è rimasto ancora una sorte di galassia indistinta che non ha dato ancora luogo ad assetti politici definiti, i quali invece si vanno defininendo solo provvisoriamente ad ogni elezione locale. Di fronte a questa situazione incerta il più grande partito nazionale, quale è il Pd deve aprirsi alla città, tessere alleanze su programmi e progetti condivisi, invitare le persone di buona volontà a credere nella buona politica, perché in definitiva dipende solo da noi se insieme ad un a tessera di partito prendiamo anche impegno per una scelta di campo e, possibilmente ancora quello di praticare stili di vita e comportamenti pubblici esemplari per il cittadino che vota”.