Movimento 5 Stelle a difesa dei marittimi torresi (e non solo). Presentata alla Camera a firma del parlamentare pentastellato Luigi Gallo una mozione per impegnare il governo all’introduzione per i marittimi di un salario minimo obbligatorio, l’abrogazione della divisione delle carriere della gente di mare in traffico e diporto e altre iniziative alla salvaguardia del lavoro marittimo. “Con l’approvazione della legge del 16 marzo 2001 n. 88 – si legge nella mozione – il legislatore di fatto inverte gli effetti del comma 2 dell’articolo 318 del
Codice della Navigazione introducendo la possibilità per il datore di lavoro di assumere personale marittimo non comunitario, provocando la drastica riduzione delle assunzioni di personale italiano a causa della cospicua differenza del costo della manodopera tra i lavoratori comunitari e i lavoratori stranieri; con il decreto ministeriale 121 del 10 maggio 2005 – ancora – si è provveduto alla divisione delle carriere della gente di mare in traffico e diporto, a giudizio del presente atto di indirizzo, in palese contrasto sia con la definizione del termine diporto sia con l’articolo 115 del codice della navigazione, il quale suddivide la gente di mare in base alle categorie e non in base alla tipologia di imbarcazione, sia con la semplice considerazione che un marittimo che viene arruolato per le sue specifiche competenze professionali non è legato in alcun modo all’utilizzo che si fa dell’unità da navigazione sulla quale lavora. Di fatto – è la sintesi del discorso – tale decreto ministeriale impedisce il libero arruolamento dei marittimi poiché li costringe a scegliere tra la carriera da diporto e la carriera mercantile, riducendo al minimo la possibilità di scegliere le opportunità migliori offerte dal mercato del lavoro”. Con la mozione a firma del parlamentare grillino si chiede al Governo, tra le varie cose, d’impegnarsi ad attuare tutte le iniziative utili affinché: sia abrogato il decreto ministeriale 121 del 10 maggio 2005; si renda operativo e funzionante l’osservatorio del mercato del lavoro marittimo previsto dalla legge 27 febbraio 1998 n. 30; il lavoro dei marittimi venga considerato lavoro usurante e sia ridotta l’età pensionabile in maniera proporzionata al carico e all’entità delle mansioni svolte; l’introduzione per i marittimi di un salario minimo obbligatorio, non inferiore al costo medio della manodopera dei marittimi comunitari, controbilanciando l’aggravio sulle compagnie con un aumento dei benefici fiscali. Ma la difesa del lavoro marittimo non viene attuata solo a livello nazionale, ma anche a livello locale. Infatti, nell’ultimo consiglio comunale, il consigliere 5 Stelle, Ludovico D’Elia ha presentato una mozione sulla problematica dei “marittimi. “Il futuro del settore è minato da una sciagurata legge nazionale che ha tagliato migliaia di posti di lavoro di italiani a favore di personale straniero. Si chiede, pertanto, l’istituzione di un Osservatorio del Mare”, ha dichiarato D’Elia.