Centro di accoglienza per rifugiati in attesa di asilo politico. Il sindaco Ciro Borriello va in visita alla struttura di via Montedoro. “Valuteremo nei prossimi giorni se le autocertificazioni prodotte dalla cooperativa Santa Borriello-Ciro-Compiaciuto

Croce in merito ai requisiti strutturali e sanitari corrispondano al vero. Di certo oggi abbiamo provato a verificare lo stato generale in cui si presenta il complesso dell’ex Villa Green e, di primo acchito, abbiamo potuto constatare la presenza di alcuni possibili abusi che andremo meglio a verificare a partire da domani”. È questo il commento del sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello, che ieri mattina si è recato in via Montedoro insieme all’assessore alla Polizia municipale, Salvatore Quirino; al comandante Salvatore Visone e ad alcuni vigili urbani per visitare per la prima volta la struttura trasformata in centro di accoglienza per rifugiati provenienti dai Paesi in guerra. Un centro che, secondo le previsioni della cooperativa che gestisce la struttura, potrebbe ospitare fino a cinquanta immigrati in attesa di asilo politico.

Il sindaco ha parlato con un rappresentante della cooperativa Santa Croce presente al momento del sopralluogo e visitato gli spazi dove i rifugiati provenenti dai centro di accoglienza posti alle “frontiere del mare” soggiorneranno (al momento sono presenti tre nigeriani, mentre altri tre siriani sono stati trasferiti dopo avere soggiornato a Torre del Greco una sola notte). “Ho voluto rendermi conto di persona – prosegue il primo cittadino – quale fosse la reale situazione. Dopo avere atteso invano che qualcuno si decidesse a contattare il rappresentante dell’amministrazione comunale della città che ospita questo centro, dopo che la stessa amministrazione non è stata né interpellata né informata su quanto stava accadendo, ho deciso di recarmi personalmente nell’ex Villa Green. Oltre ai presunti abusi, che andremo a valutare con gli uffici preposti, ritengo che la struttura per come è fatta è troppo piccola per ospitare cinquanta persone, senza tenere conto dell’indispensabile personale della cooperativa. Sbagliato sarebbe leggere, come qualcuno sta provando a fare in queste ore, la nostra iniziativa come un segno di mancato rispetto verso queste persone che scappano dalla guerra e dalla miseria. A loro, a questi rifugiati, invece va tutta la nostra solidarietà, già palesata con iniziative di volontariato portate avanti nei mesi scorsi. Noi però abbiamo il dovere di vigilare sul pieno rispetto delle regole, a maggior ragione se il rispetto di queste stesse regole viene imposte attraverso controlli rigidi a tutti i torresi”.