(ottava parte) In quegli anni l’attenzione dei cittadini era rivolta alla casa, intesa come bene primario, ma essa era strettamente legata alla morfologia del comparto ed all’ambito territoriale a cui apparteneva. La casa rispecchiava l’aspetto individuale di una dimensione residenziale collettiva, spesso qualificata e caratterizzata dal rapporto più o meno complesso ed articolato di casa-lavoro e casa servizi.
Antica-Stazione-Circumvallazione-ViaCappuccini-RiprPittorica

Sono gli anni del boom edilizio, che ha invaso le aree agricole presenti, collocandosi sulle tracce delle scarse infrastrutture viarie preesistenti, o recuperando una viabilità di bonifica ricoprendo gli alvei esistenti. La crescita urbana ha avuto una prima fase pressoché ordinata su viale Ungheria dopo la realizzazione della piazza antistante la ferrovia, con la realizzazione di tre edifici arretrati rispetto al bordo stradale dove sono collegati gli esercizi commerciali realizzati al disotto dei terrazzi degli appartamenti del primo piano. Il progetto viene realizzato dall’architetto Maglione, componente della commissione edilizia del comune di Torre del Greco, che nel 1952 aveva progettato in città il villaggio Libia. La sua formazione di urbanista è ben leggibile in questo progetto, già nella scelta di adottare per i tre edifici una collocazione a pettine che permetteva di creare due ampi cortili, distanziandoli dal ciglio della strada e ponendo una lunga stecca su di essa, dove collocare le varie attività commerciali a servizio del quartiere.
Ciò ha favorito la dilatazione spaziale della piazza, nata solo come semplice slargo antistante la nuova stazione ferroviaria, che ha assunto per la particolare disposizione tipologica di questi tre edifici un valore urbano definito. Gli edifici alti quattro piani sono in Cemento armato e hanno caratteri figurativi derivanti dall’architettura razionalista italiana, come si può notare dai balconi con sporti molto aggettanti, o dal rapporto tra i pieni e vuoti delle facciate esaltate da variazioni cromatiche, mentre semplici cornici orizzontali in stucco ricoprono le facciate delle
unità commerciali. Una sopraelevazione eseguita sul terzo edificio a destra, la libertà di scegliere un colore diverso per ogni condomino, l’eliminazioni di gran parte delle cornici esterne presenti sui prospetti degli esercizi commerciali, e delle ringhiere originali, hanno oggi alterato l’antica unità architettonica, che era certamente uno dei motivi di forza del progetto. Ci auguriamo che in un futuro intervento di ristrutturazione dei tre immobili, si riesca a ristabilire almeno sotto l’aspetto cromatico e decorativo l’unità del progetto iniziale.
In quegli anni sul viale Ungheria non si sviluppa solo una edilizia anonima a blocchi isolati con altezze che spesso superano i cinque piani, ma anche episodi architettonicamente interessanti ancora una volta progettati dall’architetto Maglione. E’ il caso dell’edificio che fa angolo con via Maresca, dove gli elementi compositivi dell’architettura razionalista sono più evidenti. Qui l’architetto gioca contrapponendo setti murari pieni a balconi aventi balaustre in muratura leggermente modanate chiusi ai lati da setti murari, motivo poi utilizzato in molteplici edifici della zona. Anche qui il cromatismo delle facciate gioca un ruolo fondamentale, con l’inserimento di mattonelle in cotto rosso, di tapparelle color celeste e di vetri temperati sotto le finestre. Interessante è il terrazzo praticabile e utilizzabile per stendere i panni protetti da una pensilina modanata sorretta da quattro esili pilastri per lato.
Arch. Giorgio Castiello

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 maggio 2015