Confronto tra avvocati e giudici nell’incontro organizzato dal Rotary Torre del Greco-Comuni Vesuviani
Risale solo al 1988, dopo un referendum abrogativo approvato a schiacciante maggioranza, la legge Vassalli, la prima disciplina della responsabilità civile dei magistrati. Un provvedimento ritenuto dagli studiosi
Con le nuove disposizioni, contenute nella legge 18 del 27 febbraio 2015, il danno patrimoniale e non patrimoniale subito dal cittadino sono individuati in conseguenza di un atto o di provvedimento giudiziario di un magistrato che abbia agito con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni, ovvero di un “diniego di giustizia”.
La norma rappresenta un sostanziale miglioramento rispetto alla legge Vassalli, ma non soddisfa ancora i fautori dell’ampliamento degli ambiti di responsabilità del magistrato (persiste la responsabilità “indiretta”: si chiama in giudizio non il magistrato ma lo Stato che, se soccombente, provvederà a recuperare le somme dal magistrato), né convince del tutto gli studiosi né la stessa Unione europea.
Su questi argomenti si confronteranno sabato 17 ottobre all’Hotel Marad di Torre del Greco, a partire alle 9, giudici e avvocati in un convegno dal titolo «La responsabilità civile dei magistrati».
All’incontro, organizzato dal Rotary Torre del Greco-Comuni Vesuviani, presieduto da Massimo Tipo, interverranno Oscar Bobbio, presidente del Tribunale di Torre Annunziata; Andrea R. Castaldo, avvocato penalista e ordinario di Diritto Penale all’Università degli Studi di Salerno; Gennaro Torrese, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Torre Annunziata; Paola Cervo, giudice del Tribunale di Torre Annunziata. Modera Romeo Del Giudice, avvocato penalista. Il comitato scientifico è composto dagli avvocati Antonio Cirillo, Angelo Scarpati e Luigi Torrese.
«Nell’ambito delle attività del nostro club – spiega Tipo – abbiamo ritenuto opportuno organizzare un convegno dedicato a un tema di stretta attualità come la responsabilità civile del magistrati, soprattutto alle luce delle perplessità sollevate dagli esperti sulla legge dello scorso 27 febbraio. E’ un argomento sentito non solo dalla classe forense, ma anche da buona parte dell’opinione pubblica, per questo riteniamo che un confronto nel merito tra giudici e avvocati – conclude Tipo – sia una preziosa occasione di dialogo tra le parti».
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