Crac Deiulemar. Dopodomani 20 gennaio alle ore 21.10 una troupe televisiva del noto programma “La Gabbia” della 7 sarà a Torre del Greco in Piazza Santa Croce. Ricordiamo che, dalle motivazioni depositate dalla corte della quarta sezione penale del tribunale di Roma è uscito fuori un quadro che non dà adito ad interpretazioni sulla volontà dei condannati di creare una raccolta “parallela” di finanziamenti da parte di
comuni cittadini. La Deiulemar, fin dalla sua fondazione negli anni’ 60, si è sempre rivolta al finanziamento di terzi. Dapprima nella forma della emissione di carati, che implicavano la partecipazione dei sottoscrittori al rischio d’impresa e, poi, nella forma dell’emissione di obbligazioni, il cui sottoscrittore diveniva semplice creditore finanziatore. L’emissioni di obbligazioni è stata effettuata, di volta in volta, sulla base di delibere societarie che stabilivano anche l’importo massimo dei titoli e che venivano regolarmente iscritte in bilancio. Dall’analisi del curatore Costantino emerge che “detto debito era pari a 17 milioni e 670 mila euro” nel 2004, aumentato a 18 milioni e 560 mila euro tre anni dopo, mentre nel 2008 c’è un significativo aumento fino ad oltre 24 milioni e mezzo a seguito di emissioni di un nuovo prestito. A fine febbraio del 2012, ovvero fino a quando sono rimasti aperti gli uffici nella prima traversa di via Vittorio Veneto, il debito tramite obbligazioni regolarmente registrate ammontava a circa 40 milioni di euro. Accanto a tale forma di finanziamento relativo a obbligazioni regolarmente emesse ed iscritte, però, vi era una raccolta “irregolare” di risparmio, parallelamente effettuata attraverso l’emissione di obbligazioni al portatore. Di tali titoli non vi è traccia in alcun atto della società, né nelle delibere, né nella contabilità, né in bilancio. Non esistono, inoltre, conti correnti intestati alla società su cui confluissero i soldi con esse raccolti o da cui venissero attinte le somme da restituire a titolo di rimborso capitale o di pagamento degli interessi. Le indagini della guardia di finanza, gli accertamenti del curatore e della società Deloitte hanno permesso di appurare che le operazioni relative al prestito obbligazionario “irregolare” venivano effettuate utilizzando 18 conti correnti intestati a Michele Iuliano (defunto), come persona fisica e non come amministratore di Deiulemar Compagnia di Navigazione. Nel 2012 il debito ad essere relativo era circa 723 milioni di euro. Questi conti correnti dal 2005 al 2012 presentano 61700 movimentazioni, con 50645 bonifici, emissione assegni o versamenti di assegni ricondotti al prestito a fine 2004 il debito era di circa 918 milioni di euro, nel 2007 l’emissione era circa 860 milioni, per scendere l’anno dopo a circa 760 milioni. Nel 2011 il debito scende fino a 725 milioni per fermarsi, poi, un anno dopo a circa 720 milioni.
Alfonso Ancona