Nell’ambito delle celebrazioni della Giornata della Memoria il 27 gennaio 2016 la scuola Giampietro-Romano ha rievocato il periodo storico dell’olocausto con alcuni ospiti d’eccezione. L’Istituto, già noto per la sensibilità degli interventi educativi sempre volti all’acquisizione di competenze di cittadinanza attiva e al
contatto con gli enti locali, ha programmato un incontro-conferenza con amici torresi per parlare di Shoah. Pasquale D’Orsi e Michele Di Luca hanno mostrato e commentato il video realizzato con foto scattate durante una visita guidata presso il campo di Auschwitz. Scene raccapriccianti accompagnate da una malinconica melodia hanno tenuto con il fiato sospeso i centocinquanta alunni e i docenti delle classi terze della secondaria di primo grado: dormitori, mucchi di occhiali e scarpe, resti di forni crematori e filo spinato, le immagini dei famosi “pigiami a righe”, i corridoi del Museo della Memoria tuttora visibile ad Auschwitz. Moderatore dell’incontro il prof. Nicola Di Lecce, da anni testimone indiretto dei fatti legati alla Shoah, coautore dell’introduzione del libro testimonianza del deportato torrese Aniello Eco “K.G. 159670. Dallo zaino del reduce”, scampato allo sterminio e sopravvissuto al campo di concentramento. Di Lecce ha focalizzato l’attenzione dei presenti sull’importanza di un ricordo vivo e tangibile dei fatti della Shoah: “Non dobbiamo rievocare la Shoah soltanto un giorno all’anno, ma diventeremo protagonisti del nostro tempo quando avremo imparato a ricordare l’olocausto attraverso le sofferenze dell’attualità”. La lettura del testo poetico “Vedrete” e il confronto con l’autore Francesco Raimondo hanno concluso una giornata ricca di emozioni forti. “Stimolare i giovani alla lettura e alla comprensione del passato non è affatto semplice nella nostra società multimediale. Ritengo che le fonti dirette e indirette siano esempio tangibile di cultura, elemento imprescindibile nella didattica per competenze” ha dichiarato la Dirigente Scolastica dell’istituto, la dott.ssa Maria Aurilia. Al termine della manifestazione la riflessione è continuata nelle aule, dove gli alunni hanno tempestato gli insegnanti di domande e hanno condiviso l’angoscia e il dolore per le vittime della Shoah. “Non abbiate paura!”, “Angeli strappati al Paradiso e persone strappate al mondo: SHOAH”, “La cultura ci rende liberi, l’ignoranza ci rende prigionieri”, “Di salvatori ce ne furono, ma non furono abbastanza”: questi alcuni contenuti dei mattoncini con cui i ragazzi hanno collaborato a creare il Muro della Memoria, visibile oggi nell’atrio della scuola.
Elvira Scognamiglio