L’allarme sicurezza a Torre è scattato già da tempo: numerosi i fatti criminosi verificatisi sul territorio, soprattutto nel biennio 2014/2015. E ad ogni evento, è finita sul banco delle polemiche la videosorveglianza pubblica che non è entrata mai in
funzione, La Torre ha denunciato, ormai anni orsono, la vicenda delle telecamere che non funzionavano. Soprattutto dopo alcuni colpi grossi messi a segno ai danno di commercianti e cittadino il sistema di videosorveglianza non funzionante è il primo imputato che è salito sul banco dei colpevoli. Da più parti è arrivata la voce comune che un impianto funzionante probabilmente potrebbe evitare e scongiurare altri colpi. Il Presidente del Comitato di quartiere “La Vesuviana”, Giuseppe Demino, tempo fa affermò: “E’ da tempo che chiediamo il ripristino del sistema di videorveglianza cittadina. Sono stati spesi tanti soldi pubblici a che scopo? L’impianto deve funzionare, spento non serve a nulla e a nessuno”. Giulio Esposito, presidente Ascom cittadina, ha più volte – anche in passato – puntato il dito contro le istituzioni locali: “Da anni – dice – urliamo ai quattro venti questo disagio mai risolto. Ci sentiamo abbandonati e non tutelati. Tanti incontri fatti ma nessun risultato concreto. Forse – chiosa con amara ironia – dovremmo chiedere aiuto a Papa Francesco”. Sul “funzionamento del sistema di videosorveglianza comunale” è stata anche essere presentata una interrogazione da parte del consigliere comunale del Pd, Salvatore Romano il quale ha scritto che “si riscontra un notevole aumento di furti e rapine sul territorio cittadino, e dato che uno dei migliori deterrenti per arginare tale fenomeno criminale è il sistema di videosorveglianza, oltre naturalmente alla vigilanza delle autorità preposte”. E ancora: “ Il sistema di videosorveglianza è già carente e in parte non funzionante, tant’è che si è arrivati perfino a profanare un loculo”. “Le finalità dell’impianto – scrive ancora Romano – sono anche quelle di prevenire atti di vandalismo sui beni pubblici; prevenire situazioni di degrado urbano che favoriscano l’insorgenza di fenomeni criminosi; tutelare la sicurezza urbana; monitorare le zone maggiormente esposte ad atti vandalici; tutelare il patrimonio storico ed artistico della città oltre ai luoghi di maggiore interesse come il già precisato cimitero; e fornire alle competenti autorità eventuali elementi utili ai fini delle attività e delle indagini di polizia giudiziaria”. A tal proposito nell’interrogazione preparata dal rappresentante Pd si è chiesto se e “quante telecamere sono installate sul territorio cittadino, nel caso, dove sono installate; se esistono telecamere direttamente gestite dal corpo di Polizia Municipale; se tutte le telecamere e l’intero impianto di videosorveglianza sia attualmente funzionante; qualora non lo fosse, quali sono stati i processi ostativi al loro funzionamento; nel caso esistessero, in che modo detti processi ostativi hanno rallentato l’attività d’indagine e di controllo del territorio; e, infine, se e in che modo le diverse forze dell’ordine usufruiscono del sistema di videosorveglianza allocato all’interno del Comando di Polizia Municipale”. Una prima risposta, sorprendente – da fonte confidenziale –, è pervenuta al tempo direttamente da Palazzo Baronale : “Le telecamere del sistema di videosorveglianza cittadina, da pochi giorni, sono entrate tutte in funzione, si sta facendo un periodo di prova e alla fine di esso sarà data una comunicazione ufficiale”. “Chi, finora, ha imputato al mancato funzionamento dell’impianto di videosorveglianza l’allarme sicurezza, da oggi dovrà trovare un altro colpevole”.
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 gennaio 2016