Respinta la proposta di concordato, avviate le procedure di fallimento per 5 società: 3 ditte e 2 farmacie del gruppo Matachione. Un buco di circa 20 milioni di euro ai danni di diversi fornitori delle sue farmacie, cinque di questi avevano chiesto il fallimento di Nazario Matachione.
L’imprenditore farmaceutico, tornato in piena libertà il 2 aprile 2015, a distanza di sei mesi da un arresto per presunti favori ad ufficiali della Guardia di Finanza, avrebbe continuato a far scorta di medicinali per 11 farmacie del suo ‘Gruppo’ (8 con sede nel Vesuviano, tra Torre Annunziata, Torre del Greco, Portici e San Giorgio a Cremano – 3 invece a Napoli) senza mai saldare il conto con 5 fornitori.
I titolari delle aziende interessate, dopo aver atteso invano pagamenti per una cifra che si aggira intorno ai 20 milioni di euro, hanno depositato un’istanza di fallimento in cancelleria.
L’imprenditore farmaceutico, dal canto suo, aveva presentato ai giudici una proposta di concordato fallimentare che prevedeva un pagamento parziale dei debiti o la loro dilazione nel tempo. Un vero e proprio accordo con i creditori per evitare un inatteso e clamoroso ‘crac’. L’ammissibilità della proposta, con relativa copertura finanziaria pari a quasi 300mila euro. Ma la risposta è stata negativa, avviando, difatti, il fallimento dell’imprenditore farmaceutico. La prossima settimana, presso il tribunale di Torre Annunziata, sarà valutato il concordato preventivo presentato per le altre 8 farmacie del gruppo Matachione, per le quali potrebbe pesare la decisione odierna. Chiuse le due farmacie Internazionale e Da Vinci entrambe con sede a Portici.
Nazario Matachione, ricordiamo, è già coinvolto in due procedimenti separati per presunta corruzione. L’imprenditore farmaceutico è stavolta accusato di evasione. Matachione, infatti, avrebbe sottratto al fisco italiano quasi 20 milioni di euro. Lo scorso 11 febbraio, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli e del gruppo di Torre Annunziata eseguirono nei confronti del ‘re delle farmacie’ un decreto di sequestro preventivo per un valore di circa 8 milioni di euro.
Il provvedimento giudiziario rappresentò l’esito di mirate ispezioni tributarie, svolte a partire dal novembre 2013 nei confronti di diverse farmacie amministrate da Matachione nella provincia di Napoli. L’attività di verifica consentì “di ricostruire il reale volume d’affari delle singole farmacie e di mostrare – così all’epoca il Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico – l’indebita appropriazione da parte dell’indagato d’ingenti disponibilità finanziarie attraverso artificiose operazioni contabili”.
Alan