D:. Come mai questo regalo all’Eav?
R:.Non voglio essere ricordato come il sopravvissuto all’incidente di Gianturco ma come l’esperto che ha provato a migliorare la sicurezza a bordo dei treni Circumvesuviana.
D:.Come stai adesso?
Dopo essere completamente guarito dalle lesioni dell’incidente ho ripreso a studiare, mi sono laureato, lavoro, ho una vita quasi normale. Ma gli incubi e i traumi non sono del tutto passati.
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D:.Prendi ancora il treno?
Si. Mi ha sempre affascinato il rumore delle ruote sulle rotaie: da piccolo costringevo mia madre ad accompagnarmi sul ponte della Circumvesuviana di Ercolano in via Panoramica per osservare per ore i treni in corsa. Il deragliamento ha solo interrotto, ma per poco, la mia storia d’amore con la tratta ferrata
D:.Qual è il tuo sogno?
Spero di lavorare per l’Eav, a stretto contatto con questo settore, credo sia la mia missione. D’altronde ci sarà pure un motivo per cui il Signore mi ha dato una opportunità di uscire vivo dall’incidente dell’Agosto 2010.