Così si rafforzano i poteri dei Comuni per garantire l’uso e la «piena fruizione» dello spazio pubblico. Si stipulano patti per la sicurezza urbana tra il prefetto e il sindaco: devono riguardare le zone più colpite dal degrado, lo smercio di prodotti contraffatti, l’abusivismo compreso quello di occupazione degli alloggi, «l’accattonaggio invasivo» – così viene definito dal Viminale – quando diventa un fattore di rischio per la sicurezza pubblica.
In questo quadro di interventi si inserisce la nascita del «Comitato metropolitano»: un organismo presieduto insieme dal prefetto e dal sindaco rivolto all’analisi delle questioni di sicurezza urbana.
I sindaci avranno poteri di intervento nelle situazioni di «pregiudizio alla vivibilità urbana» e potranno intervenire per il divieto di bevande superalcoliche, per esempio. Ma c’è di più: l’allontanamento dai luoghi dove il comportamento ritenuto illecito ha danneggiato il decoro urbano. E una sanzione da 300 a 900 euro. Previsto per gli spacciatori di stupefacenti un «daspo» inteso come divieto di accedere davanti a luoghi come le discoteche. E per chi imbratta o deturpa, il giudice dispone l’obbligo di ripulire e riparare o di rimborsare le spese.