Il catalogo, in italiano e in inglese, è edito dalla casa editrice iemme edizioni. Con testi di: Francesca Barbi Marinetti (critico d’arte), Angela Di Bello (direttore della Agora Gallery, New York), Marcello Francolini (curatore) e Antonio Geirola.
Nello Petrucci è un artista italiano che vive e lavora sotto le pendici del Vesuvio, a Pompei. Vivere in una terra vulcanica deve in qualche modo, aver condizionato il carattere stesso di questo artista, dotato di una quieta ma costante mobilità, sembra sempre rincorrere un tempo che gli sfugge, che proprio come il “Kairos”, scappa via.
Questo scappar via è annotato nelle parole di Francesca Barbi Marinetti, che nella presentazione in catalogo si sofferma sull’ultimo lavoro video di Petrucci – quando all’ultima scena scappa via dal mondo reale lasciando finanche i vestiti, e una volta denudato entra libero nella via della pittura.
La sua ricerca artistica trova la sua origine nel cinema: “ha influenzato il mio stile di vita, il mio modo di essere, la mia personalità, nel bene e nel male, i film sono il mio carattere! Gli dovevo qualcosa” dice lo stesso Petrucci. Questo bisogno converge però verso la via della pittura a riflettere su un tempo che non è più dato in movimento, ma è colto nella sua fissità, appunto non più Chronos, ma Kairos. Guardando alle opere della mostra – spiega Marcello Francolini – “è chiaro che abbia sentito a un tratto il bisogno di rallentare l’immagine fino a coglierla nella sua essenza, nella sua fissità: del cinema non ha che trattenuto delle immagini, quelle dei manifesti cinematografici, che già conservava da anni durante le sue peregrinazioni di studio tra Roma, Londra e New York. Ad un tratto tutto quel materiale è come divenuto fertile in un modo inatteso, come un’apparizione: un’epifania”.
“Quei manifesti originali e ritagli di un nuovo contesto astratto, creano reti dense di carta strappata combinandoli con gocce audaci e colpi di acrilici brillanti, i pezzi risultanti hanno un’aria di libertà e spontaneità, pur rimanendo meticolosamente composte”. Queste sono le parole che la direttrice dell’Agorà Gallery, Angela di Bello, dona all’artista Petrucci confermando l’originalità del progetto.