Un impegno ventennale quello del don Orione nel campo dello sport per i soggetti con deficit intellettivo relazionale. Cosa che attualmente due Regioni (Emilia-Romagna e Piemonte) hanno normato in ambito sanitario. Ma già precedentemente il “don Orione” si era preso la briga di essere alla “testa dei tempi (citando proprio don Orione)” precorrendo queste deliberazioni in campo di riabilitazione e sport. Un impegno che questo anno il “don Orione” si è preso per una “nuova frontiera” per l’idea di “oratorio” e l’idea di “associazionismo sportivo” (due realtà in crisi). L’aspirazione coraggiosa è di fondere le due esperienze e proporre un “oratorio professionalizzato” che, attraverso lo sport, conduca alla vera essenza dello sport: l’aggregazione sociale inclusiva.Un impegno verso la conduzione di un atleta olimpionico come Teodorico Caporaso, che ha gareggiato a Rio de Janeiro nella 50 km di marcia e che trova al “don Orione” la casa che lo ha accolto per sostenerlo nel difficile compito di completare la sua crescita atletica. “Abbiamo sempre creduto – ha dichiarato don Alberto Alfarano, direttore del Centro “don Orione” di Ercolano – in questa esperienza e stiamo mettendo tutte le nostre forze per sostenere questo processo che, attraverso lo sport, conduca all’inclusione. Per uno sport eticamente possibile”. “Siamo responsabilizzati – ha spiegato Diego Perez, allenatore nazionale e tecnico ASCO – dal compito di tradurre un’aspirazione così importante nel panorama associazionistico sportivo italiano tanto in crisi: una nuova entità societaria che prende piede dall’esperienza dell’inclusione terapeutica per raggiungere la “vera” inclusione: la diversità come qualità e non quale caratteristica di esclusione”. “Saluto il progetto e lo sosterrò nel tempo”, queste le parole di Sandro Del Naia, presidente Regionale FIDAL. “Da sempre le strade tra CIP e “don Orione” si sono legate per diffondere la cultura della disabilità attiva attraverso la pratica sportiva” ha chiosato Carmine Mellone, presidente Regionale CIP (Comitato Italiano Paralimpico).”Spero di potere difendere questi colori a Tokio 2020 assieme ad altri quali Claudio De Vivo, atleta paralimpico” le parole finali di Teodorico Caporaso che sono figlie di un percorso che coinvolge l’inclusione tra paralimpismo ed olimpismo. Erano presenti, tra gli altri, Carmelina Saulino, consigliere comunale in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Ercolano; Stefano Ciallella, ex atleta olimpionico, atleta guida per campioni paralimpici quali Annalisa Minetti e responsabile FIDAL per i rapporti con CIP; Claudio De Vivo, campione nazionale paralimpico; Francesco Ambrosio, presidente ASCO e Consigliere Nazionale FISDIR; e i campioni dell’Asco Antonio Di Mauro, Wanda Pacelli, Giuseppe Ciriello e Mirko Lamberti.
Il Don Orione tra paralimpismo ed olimpismo con Caporaso verso Tokio 2020
Un impegno ventennale quello del don Orione nel campo dello sport per i soggetti con deficit intellettivo relazionale. Cosa che attualmente due Regioni (Emilia-Romagna e Piemonte) hanno normato in ambito sanitario. Ma già precedentemente il “don Orione” si era preso la briga di essere alla “testa dei tempi (citando proprio don Orione)” precorrendo queste deliberazioni in campo di riabilitazione e sport. Un impegno che questo anno il “don Orione” si è preso per una “nuova frontiera” per l’idea di “oratorio” e l’idea di “associazionismo sportivo” (due realtà in crisi). L’aspirazione coraggiosa è di fondere le due esperienze e proporre un “oratorio professionalizzato” che, attraverso lo sport, conduca alla vera essenza dello sport: l’aggregazione sociale inclusiva.Un impegno verso la conduzione di un atleta olimpionico come Teodorico Caporaso, che ha gareggiato a Rio de Janeiro nella 50 km di marcia e che trova al “don Orione” la casa che lo ha accolto per sostenerlo nel difficile compito di completare la sua crescita atletica. “Abbiamo sempre creduto – ha dichiarato don Alberto Alfarano, direttore del Centro “don Orione” di Ercolano – in questa esperienza e stiamo mettendo tutte le nostre forze per sostenere questo processo che, attraverso lo sport, conduca all’inclusione. Per uno sport eticamente possibile”. “Siamo responsabilizzati – ha spiegato Diego Perez, allenatore nazionale e tecnico ASCO – dal compito di tradurre un’aspirazione così importante nel panorama associazionistico sportivo italiano tanto in crisi: una nuova entità societaria che prende piede dall’esperienza dell’inclusione terapeutica per raggiungere la “vera” inclusione: la diversità come qualità e non quale caratteristica di esclusione”. “Saluto il progetto e lo sosterrò nel tempo”, queste le parole di Sandro Del Naia, presidente Regionale FIDAL. “Da sempre le strade tra CIP e “don Orione” si sono legate per diffondere la cultura della disabilità attiva attraverso la pratica sportiva” ha chiosato Carmine Mellone, presidente Regionale CIP (Comitato Italiano Paralimpico).”Spero di potere difendere questi colori a Tokio 2020 assieme ad altri quali Claudio De Vivo, atleta paralimpico” le parole finali di Teodorico Caporaso che sono figlie di un percorso che coinvolge l’inclusione tra paralimpismo ed olimpismo. Erano presenti, tra gli altri, Carmelina Saulino, consigliere comunale in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Ercolano; Stefano Ciallella, ex atleta olimpionico, atleta guida per campioni paralimpici quali Annalisa Minetti e responsabile FIDAL per i rapporti con CIP; Claudio De Vivo, campione nazionale paralimpico; Francesco Ambrosio, presidente ASCO e Consigliere Nazionale FISDIR; e i campioni dell’Asco Antonio Di Mauro, Wanda Pacelli, Giuseppe Ciriello e Mirko Lamberti.