L’esposizione chiude il ciclo di mostre dedicate a momenti di riflessione sollecitate dal confronto tra alcune significative esperienze in corso e il senso che il ‘museo’, inteso nella dimensione di un’ istituzione museale legata fortemente al territorio qual è la Pinacoteca salernitana, assume oggi alla luce di nuovi incipit culturali e sociali. Il progetto, promosso dall’Associazione CAFI, con il patrocinio della Provincia di Salerno e del Museo-FRAC-Baronissi è stato curato da Massimo Bignardi ed ha preso il via lo scorso anno con la mostra “Le Stanze del Museo” alla quale ha fatto seguito, di recente, quella dal titolo “Ritratto/Autoritratto”; mostre, entrambe, che hanno mirato a riproporre il museo quale luogo di ‘accadimenti’, in pratica laboratorio aperto che sollecita «un momento di riflessione sulla contemporaneità – rilevava Bignardi presentando la rassegna – posto in relazione con la dimensione iconografica tipica del museo, sul suo farsi luogo di una visione che, partendo dal reale, dai soggetti raffigurati, andava e va a confluire in un mondo di pura astrazione. Dialogo, quindi, tra tempo e opera, tra la memoria che l’idea di museo evoca e il senso di effimero al quale inducono i linguaggi contemporanei».
Con geometrie&colori tale riflessione si rinnova attraverso le opere, alcune realizzate appositamente per gli spazi della Pinacoteca così come è stato per le precedenti mostre, di Bini, Fienga, Frattini e Pagano, artisti che da tempo hanno posto l’attenzione al colore, ritrovato al di là della sua forza espressiva e alla geometria, intesa quest’ultima come schema traslucido che organizza il primo impatto di percezione con lo spazio museale. «L’arte – diceva Picasso – scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni». È l’input, spiega Bignardi «che ha originato questo ulteriore momento della rassegna sostenuta dall’idea di entrare nelle sale e destabilizzare la nascosta geometria di linee, di fasce orizzontali e verticali che i dipinti, i disegni, le loro cornici impongono all’occhio dello spettatore. Destabilizzare anche il preteso valore del colore, del suo voler assolvere a ’materia’ mentale alla quale riconosciamo la capacità di ‘nominare’ le forme e le materie». È un tornare indietro e recuperare il monito di Maurice Denis, cioè tenere «presente che un quadro – prima di diventare un cavallo nella battaglia, una donna nuda, o la raffigurazione di un qualsiasi aneddoto – è prima di tutto una superficie piana coperta di colori assemblati in base ad un determinato criterio».
L’installazione minimalista ideata da Paolo Bini per la grande sala che accoglie gli esiti locali della pittura settecentesca, con il triangolo apparentemente neutro, mette in disordine la rigida griglia che allinea su orizzontali le opere raffiguranti scuriti paesaggi. Sulla faccia nascosta allo sguardo del pubblico Bini ha steso una superficie di colore, un particolare acrilico che ha la proprietà di accentuare la rifrazione del colore, un rosso-magenta che vela e spande un’aura su parte dei dipinti posti sulla parete. L’azione di un improvvisato, anche se ben calcolato e programmato disordine è quanto ha progettato Arturo Pagano per la sua ‘macchina pittorica’; si tratta di un’installazione di vetri, cornici e piani in alluminio o in legno verniciato, residui di oggetti e sculture in resina o in gesso, realizzata site specific per la sala che ospita le opere seicentesche. L’artista prova a collegare la geometria di spazi che sopravvivono nella memoria, con i resti lasciati dal naufragio di una parte del ‘suo passato’. Il tono luminoso dell’installazione, anche se conserva i contrasti messi su da colori primari saturi come lo era nelle opere esposte, qualche anno fa, nella personale tenuta a Colonia, apre uno spiraglio ad una dimensione fortemente emotiva del ricordo.
Fienga nei quattro otri allestiti nella sala sulle cui pareti sono allineati scene di vita e scorci di paesaggi, ripresi dai pittori dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento, si spinge a riconsiderare unicamente la forma e il suo rapporto con la geometria dei solidi: il colore che è proprio del paesaggio scompare, è completamente sostituito dalle superfici specchianti e satinate dell’acciaio. Lo scultore ragiona sulla forma dettata da minimi rilievi in cubi che chiama otri, contenitori di una sezione di quella geometria dell’‘organico’ che regola la crosta terreste.
Infine la struttura totemica di Frattini che, con i suoi accesi toni carichi di un’intensa luminosità, si pone in dialogo con le piane campiture, con gli squillanti toni, i fondo oro dei dipinti che testimoniano il dibattito della cultura pittorica quattrocentesca e cinquecentesca, in area salernitana. Vincenzo Frattini si propone, già nella forma della scultura, di interferire con la schematica disposizione della quadreria: una forma irregolare, di derivazione surreale che è esaltata dal giallo di base della parte superiore e dal rosso, quasi carminio, di quella inferiore. Sulla superficie in giallo, a mo’ di ripensamento ‘divisionista’, si ritrovano segni, anelli, multicolori ottenuti sottraendo, ‘scolpendo’, la materia facendo affiorare i piani di colori stratificati (come storia della superficie e quindi dell’immagine) che hanno dato vita al corpo che si palesa ai nostri occhi.
Pinacoteca Provinciale di Salerno
Dal 29 aprile al 25 maggio 2017
orario della mostra: martedì-sabato 9:00-19:00 / domenica 9:00-13:00 / lunedì chiuso
GLI ARTISTI:
Paolo Bini (Battipaglia, Salerno, 1984). Si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli al Dipartimento di Scenografia, ha studiato con Massimo Bignardi e Salvatore Michelino. Nel 2007 è stato Assistente dello Scenografo Gerardo Viggiano presso il Cinespettecolo della Grancia a Brindisi di Montagna, l’esperienza nel campo della scenografia ha contribuito ed ancora oggi contribuisce, talvolta, alla “messa in scena” delle sue opere. Nel 2008 dopo la mostra “Casellari della Memoria” presso l’Università di Siena, Palazzo San Galgano, una sua opera entra nella Collezione d’arte contemporanea della Scuola di Specializzazione dell’Università di Siena. Nel 2010 tiene prima una mostra personale presso Museo Palazzo Bianco, Genova e successivamente partecipa alla Residenza Artistica presso il GradKultural Center di Belgrado e lavora per un periodo all’Avana; in questa occasione espone per la XIII Settimana della Cultura e della Lingua Italiana presso il Museo San Francisco de Asìs della capitale cubana. Nel 2013 è artista in residenza presso ARP a Cape Town, in questa occasione tiene una personale presso Provenance House a Cape Town. Nel 2014 tiene prima una personale presso Museo Casa Ludovico Ariosto a Ferrara poi una doppia personale con Donald Baechler presso la galleria Nicola Pedana di Caserta, successivamente presenta un opera site specificpresso la Fondazione Donna Regina – Museo MADRE di Napoli. Nel 2016 tiene la sua seconda personale in Sudafrica presso la Everard Read gallery; nello stesso anno un suo dipinto entra a far parte della Collezione Permanente della Fondazione Donna Regina – Museo MADRE di Napoli e vince la XVII Edizione del Premio Cairo. Dopo la recente personale dal titolo “Left Behind” curata da Luca Beatrice l’Artista sta lavorando alla sua prima mostra personale in museo d’arte contemporanea italiano, il Museo MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro, che lo vedrà protagonista nell’autunno del 2017. Vive e lavora a Battipaglia, Salerno.
Francesco Fienga (Pompei, Napoli 1969) Si é diplomato presso l‘Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel1995 è invitato al “NeuvièmeRencontre Internazionale de Jeunes Artist de Pau“, Pau (Francia) e di seguito alla “ XVI Biennale del Bronzetto e della Piccola Scultura“, a cura di De Micheli, Di Genova, Segato, Francalanci, Palazzo della Ragione, Padova, alla “Triennale dei Giovani incisori italiani“, Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova nel 1997 espone a Genova presso la galleria ellequadro a cura di M. Bignardi, alla rassegna “Nella mostra per forza di fuoco“ a cura di L. Caramel presso la Galleria San Carlo di Milano e nel 1998 presso la Fortezza da Basso Firenze . Nel 1999 espone in Finlandia presso il Museo Saarijarvi, nel 2000 con la mostra ovali Rotariani espone presso la galleria Montenapoleone di Milano. Nel 2002 è invitato alPremio Giovani – Scultura, Accademia Nazionale di San Luca- Roma; nel 2003 partecipa Premio Internazionale di Scultura della Regione Piemonte, curato da L. Caramel, M. Coniati P. Sandretto Re Rebaudengo e di seguito al Premio Michetti. Nel 2006 è invitato a “Scultura Internazionale ad Agliè“ nella sezione “Opere contemporanee nell’architettura del castello e del parco”, a cura di L. Caramel, Castello di Agliè (TO); del 2007 è la personale “Franco Fienga – Sculture” a cura di M. Bignardi, E. Crispolti, Fondo Regionale D’Arte Contemporanea di Baronissi (SA) e, nello stesso anno ,con una installazione espone alla mostra“Arte e Spiritualità“ ospitata nel chiostro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Sarà poi la personale “Sculture” a cura di M. Bignardi realizzata in collaborazione con la cattedra di Storia dell’arte contemporanea, Università di Siena, ove realizza un‘installazione nel Cortile di Palazzo di San Galgano. Nel 2011 con la galleria PoliArt di Milano partecipa alla mostra “PoliArt Lab 2011“ e sempre a Milano con la galleria San Carlo partecipa alla mostra “Terza Dimensione“. Nello stesso anno è invitato al Padiglione italiano (la Campania) della 54a Esposizione Internazionale d’arte Biennale di Venezia. Negli anni a seguire partecipa alla mostra “Percorsi nella materia…” a cura di S.Bartolena, tenutasi allo Heart SPAZIO VIVO Vimercate (MB) e a “OGGETTUALIA #1” a cura di L. Conti galleria PoliArt, Milano. Nel 2016 tiene la mostra personale presso la galleria kreis di Norimberga,.
Vincenzo Frattini (Salerno,1978). Si diploma in Pittura nel 2006 all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove frequenta il corso sperimentale “Quartapittura” coordinato dal maestro Ninì Sgambati. L’obiettivo del corso consisteva nell’elaborazione di opere con poetiche riferibili agli eventi di massa. Attualmente la sua ricerca spazia dalla scultura al video, fino alle più recenti incursioni nel campo della performance. La pittura rimane ancora il linguaggio a lui più congeniale, facendo del gioco fra cromia e forma il leitmotiv delle sue opere, al fine di rivedere in esse lo scorrere della vita umana e delle emozioni che ne derivano. Tra le mostre personali ricordiamo: 2016 “Inside and outside the wall”,(Vincenzo Frattini, Viviana Valla)a cura di Luca Palermo, Galleria Nicola Pedana (CE); “SetUp Art Fire”, BonelliLab, Autostazione (BO); 2015 “Cromatici”,a cura di Pasquale Ruocco, Galleria Cerruti Arte (GE); 2014 “Le trappole della pittura”, Galleria Studio Legale (NA); 2013 “Three”, Galleria Studio Legale (NA); 2005 “Schede/2005 giovane arte a Salerno”, Galleria Selezioni d’arte (SA). Dal 2002 in poi è stato invitato a diverse mostre collettive e premi in particolare ricordiamo: 2014 “La Scultura dopo il 2000, idolatria e iconoclastia”, a cura di Ada Patrizia Fiorillo, Frac Baronissi (SA); 2013 “Territorio indeterminato, artisti di diversa generazione in dialogo con le Opere di Gianni De Tora”, a cura di Stefano Taccone, S. Orsola Benincasa (NA); 2011 “La giovinezza reale e l’irreale maturità”, a cura di Antonello Tolve, Confindustria(SA) ; 2008 “Play Again”, Galleria Paola Verrengia (SA); 2007; “Premio Celeste”, (IV edizione) a cura di Gianluca Marziani, Istituto superiore antincendi di Roma, finalista sezione video ; 2006 “IlVuoto e il Pieno”, Lanificio 25 Napoli (Quartapittura); “Loading”, a cura di Francesca Boenzi, Castello Baronale di Acerra (NA); 2004 “Sogno comune”, Galleria Lia Rumma Napoli, (Quartapittura/Esc). Vive e lavora tra Campagna (SA) e Torino.
Arturo Pagano è nato a Torre del Greco (NA). Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Tra le mostre personali: 1999 “Opere 1988-90”a cura di M. Bignardi, Museo e Pinacoteca Comunale, Macerata; 2003 “Itinerario Inverso” a cura di E. Galasso e M. Bignardi, Museo del Sannio, Benevento; 2006 “Opere recenti”, FRAC, Baronissi (SA); e “Il Corpo del Novecento”, a cura di M. Alfano, Chiesa di Sant’Apollonia, Salerno; 2009 nell’ambito della rassegna SanGalganoSquare, è l’istallazione “Di Spazio, vestito”, con un testo di M. Marolda, Palazzo di San Galgano, Siena; e “Inchiostri e Metalli”, testo di L. Mauta, I.I.C., Vienna; e “Prefigurazioni, Una parete per l’Arte”, a cura di A. P. Fiorillo, Tekla, Cava de’ Tirreni (SA); 2011 “Necessità dello spazio. Urgenza della progettazione”, a cura di P. Ruocco, Punto Einaudi, Salerno; 2015 “Geometrie e rilievi”, a cura di M. Bignardi con un testo di E. Crispolti, Centro Luigi Sarro, Roma; e Geometrien und Riliefs, I.I.C. Colonia.
Negli anni è stato invitato a collettive e rassegne: 1989 “Vitalità della Scultura”, a cura di M. Bignardi, Nuovo Spazio Aleph, Milano e altre diverse sedi; “ XXXIV Mostra Nazionale d’arte Contemporanea”, Civica Galleria, Termoli; 1999 “XXIV Premio Sulmona”, Convento Santa Chiara,Sulmona; 2004 SannioArt, a cura di A. Petrilli, C.L.da Vinci, Montreal – (CDN); 2009 “HEZEN”, Zentral-und Landesbibliothek, Berlin e “Persistenze sul confine dell’immagine”, a cura di M. Bignardi, MAT, Museo Civico, San Severo (FG); 2011 “Prefigurazioni Linguaggi attuali”, a cura di A. P.Fiorillo, FRAC, Baronissi (SA) e “Lo stato dell’Arte – Campania, Padiglione Italia” della 54a Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia, a cura di Vittorio Sgarbi, Ex Tabacchificio Centola-Pontecagnano; 2013 “Viaggio Immaginario”, acura di A. Petrilli, testo di E. Battarra, ARCOS , Benevento; 2015 “Giardino delle Muse” rassegna coordinata da M. Bignardi con testo di I. Conte, Università di Siena.
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