Mercoledì 3 Maggio l’associazione Marittimi per il Futuro ha organizzato una manifestazione a Roma per portare due istanze agli occhi del Governo centrale.

La prima istanza è – come spiegato sul sito ufficiale dell’associazione – “l’applicazione immediata dell’emendamento COCIANCICH (legge Europea 2015 ddl 2228) La Commissione Europea ha dato già da tempo il via libera definitivo al decreto legge per le autostrade del mare che prevede gli incentivi “MARE BONUS” istituiti per rilanciare l’intermodalità del settore dei trasporti”.

“A favore dell’intermodalità Marittima – prosegue la nota – la legge di stabilità ha previsto stanziamenti di 45 milioni di Euro per il 2016, 44 milioni per il 2017 e 49 per il 2018. Tali incentivi sono però destinati solo alle società armatoriali che imbarcano personale italiano e/o comunitario.



La legge doveva essere già applicata nel triennio 2016/2018 ma, per volontà di forze occulte, è slittata di un anno e quindi, gli stanziamenti previsti, sono stati posticipati al triennio 2017/2019 con conseguente penalizzazione per i Marittimi Italiani che già l’anno scorso avrebbero potuto usufruire di incrementi occupazionali conseguenti all’erogazione degli stessi. N.b. Questo riguarda solo per le navi RO-RO e RO-RO PAX”.

La seconda istanza, invece, parte dalla legge 30/98 che “va applicata nella sua integrità iniziale – come scritto -: dove all’ Art. 2 dispone l’imbarco di personale italiano e/o comunitario ed all’ Art. 7 della stessa riporta che “per eventi eccezionali autorizzati dal ministro, per le categorie di bassa forza, non può essere utilizzato più di 1/3 di personale extracomunitario”. Va precisato che questa legge non parla di solo navi RO-RO o RO-RO PAX, ma parla di tutte le navi, comprese quelle da crociera”.

E ancora: “Nel 2001, con la legge 88, è scomparso il “famoso” limite di 1/3 precedentemente previsto per il personale extracomunitario che avrebbe consentito l’imbarco di almeno 2/3 di personate Italiano/comunitario, dando così la possibilità agli armatori di imbarcare anche i 3/3 di personale extracomunitario”.

“Noi – conclude il documento – non possiamo accettare questo enorme danno occupazionale per la marineria Italiana e chiediamo con fermezza che il Governo intervenga al più presto sulla legge 88/2001 modificando i limiti occupazionali previsti per il personale extracomunitario che devono essere ricondotti a quelli previsti dalle legge 30/1998”.