Ancora una brillante conferenza, a cura del G.A.V.
Continua con successo il ciclo di conferenze di Flavio Russo, storico militare dell’Esercito Italiano, a cura del G.A.V. (Gruppo Archeologico Vesuviano). Nell’intento di promuovere attività culturali e di riqualificare le eccellenze territoriali locali, anche quest’anno il G.A.V. ha riproposto la seconda edizione del corso di Archeo-Tecnologia ogni venerdì alle 18.00, presso il Teatro Sant’Anna in via Madonna del Principio. Lo scorso venerdì 30 novembre il tema è stato “I Fari”, un’interessante carrellata sulla struttura architettonica e sulla funzione di queste costruzioni, ancora oggi presenti lungo le nostre coste. Come l’ing. Russo ha brillantemente illustrato, un punto di riferimento è stato senza dubbio il Faro d’Alessandria d’Egitto, imponente simbolo di un’egemonia culturale che la città ebbe all’epoca di Alessandro Magno. La costruzione prese il nome dall’isola Pharos su cui si trovava, richiese circa 20 anni di lavoro e fu ultimata intorno al 280 A.C. Il Faro di Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo antico, si stima che fosse un vero e proprio colosso, formato da 45 piani, alto ben 134 metri, interamente ricoperto di marmo, decorato in bronzo e capace di proiettare la sua luce fino a molte miglia di distanza (poteva essere visto a 48 km). La costruzione si rivelò di grande utilità e indusse a costruire analoghi fari in vari altri porti del Mediterraneo. Rimase in funzione per ben 16 secoli, fino a quando nel 1303 e nel 1323 due terremoti lo danneggiarono irreparabilmente. Numerosissimi blocchi ed elementi architettonici sono stati recuperati in mare solo qualche secolo fa. In epoca romana, secondo gli studi dell’ing. Russo, probabilmente i fari hanno avuto più una funzione di segnalatori della terraferma e non tanto dei porti, considerando il tipo di navigazione “a vista” prettamente diurna; anzi, è da notare come nelle raffigurazioni pittoriche si ergesse una fiammata potente e un’alta colonna di fumo (probabilmente alimentata da olio lampante o addirittura da idrocarburi). Arguto il parallelismo che Flavio Russo ha proposto nella sua dissertazione: le torri dei minareti islamici e i campanili di molte chiese della costa mediterranea richiamano l’architettura del Faro d’Alessandria. Tuttavia nelle costruzioni religiose, l’imponenza dei campanili assolve ad una funzione simbolica, in quanto dà ai fedeli l’idea di ascesa verso il Cielo. Al termine della trattazione, Salvatore Perillo, Presidente del G.A.V., ha rinnovato ai presenti l’appuntamento per venerdì prossimo, 7 dicembre, sempre alle 18.00 presso il Teatro S.Anna.
Marika Galloro