lo spiega il portavoce del MoVimento 5 Stelle Luigi Gallo illustrando una interrogazione parlamentare che chiede chiarezza e interventi fattivi sulla sleale concorrenza che si è venuta a configurare tra marittimi italiani e non comunitari.
“Chiediamo anche al Ministro – spiega Gallo – se non ritenga che in conformità con la normativa di riferimento sia più vantaggioso promuovere accordi che prevedano versamenti ai sindacati in percentuale agli stipendi dei lavoratori, garantendo eventualmente anche un salario minimo per i lavoratori marittimi imbarcati su navi che attraccano alle coste europee”.
Infatti, “da verbali di accordo tra Confitarma e le segreterie nazionali della FILT/CGIL, FIT/CISL e ULTRATRASPORTI, è emerso che in data 3/07/2001 le parti hanno sottoscritto un accordo collettivo nazionale che regolamenta, in caso di irreperibilità di ufficiali e sottufficiali italiani, l’imbarco di marittimi non comunitari per le navi in Registro Internazionale Italiano, e in data 11/02/2003 è stato sottoscritto un ulteriore accordo che prevede, a partire dal primo maggio 2003, l’obbligo da parte delle aziende di versare, per le navi iscritte nel Registro Internazionale con equipaggio italiano/comunitario un contributo annuale di 190 euro per marittimo imbarcato, sia esso italiano/comunitario o non comunitario, e per le navi armate con equipaggio misto un contributo di 300 dollari, effettuabile anche in euro, per ciascun marittimo di tabella d’armamento”, c’è scritto nell’interrogazione.
“Quindi appare chiaro – conclude Gallo – come tali accordi risultino essere in totale disarmonia con quanto previsto dalla normativa che dovrebbe legare gli incentivi alle assunzioni di personale comunitario”.