L’indagine è nata in Francia su di una consorteria criminale specializzata nella contraffazione di banconote algerine, i dinari, la quale, in possesso di carta originale per banconote rubata a Marsiglia nel corso di una rapina a mano armata, cercava una stamperia professionale per contraffare il danaro.
Alcuni rotoli di carta per banconote trafugata a Marsiglia, erano stati usati a Napoli e, le indagini, dimostrarono i collegamenti tra i membri della rete criminale e Scalpellini Claudio, il quale avrebbe anche fornito una chiavetta USB con l’algoritmo per numerare le banconote contraffatte nonché l’inchiostro fluorescente, necessario per una buona contraffazione.
Sebbene le relazioni degli esperti, richieste dai magistrati francesi, rilevassero che l’inchiostro usato per contraffare le banconote in Francia fosse diverso da quello usato in Italia, lo Scalpellini veniva condannato per concorso in falsificazione di danaro.
In esecuzione di tale provvedimento i poliziotti lo hanno arrestato e condotto al carcere di Poggioreale a disposizione delle autorità competenti.