E’ accaduto lo scorso 3 luglio, nel corso di una un’intensa mattinata, a cura dell’ODG della Campania, sul tema “ L’evoluzione della professione giornalistica: l’impatto della shared economy”.
Un parterre di oratori di ottimo livello si è avvicendato nella sala-mansarda del nuovissimo Museo, posto a pochi passi da piazza Municipio, dove si è discusso su come il mestiere di giornalista stia subendo un processo rapido ed incontrovertibile di cambiamenti.
Tra i nomi illustri ricordiamo : Massimo lo Cicero, economista ed accademico, Ugo Righi, giornalista ed esperto in gestione delle risorse umane, Massimo de Andreis, Il nuovo presidente GEI (gruppo Economisiti d’Impresa), specializzato sull’economia del Mezzogiorno e marittima.
Ma , senza nulla togliere agli altri conferenzieri, Francesco Giorgino si è imposto all’auditorio, tra l’altro di addetti ai lavori, per carisma e fluidità discorsiva.
Il popolare conduttore del Tg1, nonché docente di Scienze della Comunicazione presso la Sapienza di Roma, ha affascinato i presenti esponendo un argomento di non semplice approccio : giornalismi e società, come recita il titolo del suo recente libro, edito da Mondadori Università.
Potrebbe anche interessarti:
In Campania c’è il comune più piccolo d’Italia e uno dei borghi più belli del Belpaese: scopri dove |
Giorgino ha analizzato il senso autentico dell’attività di mediazione dei “giornalismi”, in un’era in cui globalizzazione, individualismo e personal communication ( intimamente connessi con i social) occorre davvero riflettere sulla funzione sociale dell’informazione, considerando le conseguenze dell’interconnessione fra politica, economia, finanza e cultura.
“Oggi si assiste a dei fenomeni rivoluzionari dal punto di vista sociologico, anche nel settore dell’informazione. Paradossalmente coesistono giornalismo senza informazione e informazione senza giornalismo, proprio in virtù di un flusso continuo ed enorme di notizie, che arrivano soprattutto sul web…Tuttavia l’unica strada possibile per un buon giornalismo, in questo momento storico, è quella che punta ad una qualità sempre più alta dell’informazione. Oltre alle consuete doti che questa professione impone, occorre più che mai una competenza tematica : meglio scrivere su ciò di cui si ha una certa padronanza ( la “tuttologia” e l’approssimazione non pagano). Inoltre, in un mondo di notizie “liquide”, è necessario che il ruolo di mediatore del giornalista sia tale da saper “narrare”, rendendo interessanti le notizie importanti, in controtendenza con l’offerta abnorme del web , dove , invece, c’è una ridondanza di notizie “non notizie”, che rasentano il risibile, ma che suscitano curiosità soprattutto nel popolo dei social, specie quello giovanile”.
Arguta, dunque, l’analisi di Giorgino, che ha reso in maniera lucida un argomento attuale e dalle molteplici sfaccettature, considerando che “ l’informazione può essere un potentissimo strumento socio-politico-economico”, da cui può dipendere anche l’assetto democratico di un Paese.
Marika Galloro