In tutto questo, delle due teorie non si sa, al momento, quale sia quella giusta.
Bisogna spiegare anzitutto che il calore sulla Terra è dovuto, in massima parte alla energia elettromagnetica proveniente dal Sole; è decisamente trascurabile, infatti, l’energia geotermica, ossia quella propria del nostro pianeta. In particolare, l’energia solare viene assorbita dalla superficie terrestre e rilasciata nuovamente sotto forma di radiazione infrarossa oppure sotto forma di riscaldamento diretto degli strati d’aria che poggiano sulla superficie terrestre. Poiché il 99% dell’atmosfera è composto da azoto ed ossigeno, che sono trasparenti alla radiazione infrarossa diretta verso lo spazio, solo il residuo 1%, rappresentato da anidride carbonica e vapore acqueo, è in grado di trattenere il calore. In mancanza di ciò, il nostro pianeta sarebbe molto più freddo e avrebbe una temperatura media di alcune decine di gradi in meno rispetto a quella attuale. Viene da sé che un aumento della percentuale di gas serra provocherebbe un diretto incremento della quantità di calore trattenuto. Questi ricercatori si basano, a supporto delle loro teorie, sulla quantità di anidride carbonica concentrata nell’atmosfera, che avrebbe fatto registrare un incremento di circa 116 parti per milione dal periodo pre – industriale ad oggi. Secondo questi scienziati, a meno di ridurre la percentuale di immissione di anidride carbonica in atmosfera, la Terra andrebbe incontro, nel giro di qualche decennio, ad un incremento della sua temperatura media nell’ordine di 2-3 gradi centigradi con bruschi cambiamenti climatici. Oltretutto, tale variazione intesserebbe maggiormente l’emisfero boreale, ove sono presenti in maggiore concentrazione le grandi attività industriali, rispetto a quello australe, ove, per contro, sono collocate le grandi masse oceaniche.
Come si diceva, non tutta la comunità scientifica attribuisce le cause del c.d. GLOBAL WARMING alle emissioni di gas- serra. Gli oppositori della teoria dei gas serra sostengono, infatti, che l’attuale surriscaldamento terrestre sarebbe da imputare ai naturali cicli di evoluzione dell’attività elettromagnetica della nostra stella. Contrariamente a quanto di può pensare, l’attività solare non è costante nel tempo; la quantità di energia che il sole invia nello spazio nel corso degli anni e dei decenni è sottoposta a variazioni percentualmente molto piccole, ma comunque in grado di modificare il clima della Terra. Questo avviene attraverso la forza dei venti e degli altri fenomeni atmosferici, che traggono tutti origine dall’attività elettromagnetica del Sole e dalle variazioni che subisce tale energia nel tempo. Basti pensare che, in epoca storica, la Terra ha subìto, tra il 1645 e il 1710, una notevole riduzione della sua temperatura media, caratterizzando la c.d. Piccola Era Glaciale, nella quale la percentuale di energia rilasciata dal Sole si abbassò di poco meno dell’1% rispetto ad oggi, quando la quantità di energia assorbita per chilometro quadrato è di circa 1367 watt.
Il prof. Adriano Mazzarella dell’Università Federico II di Napoli, climatologo, in una sua ricerca ha dimostrato che l’attività solare influenza il clima terrestre non solo attraverso la variazione dell’energia emessa, ma anche attraverso la produzione di particelle elettricamente cariche, ossia protoni, elettroni e nuclei di elio, che si propagano continuamente e a gran velocità in tutte le direzioni. Senza soffermarci in dettagli tecnici troppo complessi, il prof. Mazzarella ha dimostrato che, in un ciclo di 60 anni, un aumento della turbolenza del vento solare è in grado di influenzare il ciclo di rotazione della terra e di determinare una variazione della durata del giorno. Se la durata del giorno aumenta (in termini di decimi di millisecondi), le masse d’aria si muovono più velocemente e impediscono la propagazione del calore dalle zone tropicali ai poli, causando di conseguenza una riduzione della temperatura media terrestre. Viceversa, se la durata del giorno si riduce per effetto di una maggiore velocità di rotazione terrestre, le masse d’aria si muovono meno velocemente e il calore si distribuisce più uniformemente sul pianeta, determinando un generale aumento della temperatura globale.
La Scienza fino ad oggi non è riuscita a darsi una spiegazione piena e solo il futuro, se possibile, sarà testimone della verità sul fenomeno del surriscaldamento della Terra.
Gennaro Di Donna