Il trio di atleti ha incontrato una nutrita rappresentanza di studenti delle scuole superiori della cittadina romagnola per lanciare un’iniziativa che coinvolgerà 1500 ragazzi e altre due città d’Italia (Gela l’8 gennaio e Livorno il 25 gennaio 2018).
L’evento, promosso congiuntamente da FISPES, ENI – partner e sostenitore di tutte le iniziative del Comitato Italiano Paralimpico – e AP Communication, è incentrato sullo sport come valore educativo.
L’incontro con gli studenti è un messaggio rivolto alle nuove generazioni per sottolineare il rispetto delle regole, l’integrazione, l’aggregazione, la fiducia, la passione e la sensibilizzazione sui temi della disabilità attraverso la testimonianza di atleti che, con lo sport paralimpico, hanno riscritto la loro storia di vita trasformando in positivo le avversità.
L’esperienza e il contatto con i campioni dell’Atletica paralimpica, esempio illuminante di come un limite possa diventare potenzialità, ha aiutato i ragazzi di Ravenna a comprendere che il talento da solo non sempre è sufficiente per raggiungere quelle vittorie che vanno oltre una medaglia o un trofeo: sono vere e proprie rinascite.
I due Azzurri Tapia e Maspero, incalzati dalle domande di Lucchetta, nella doppia veste di atleta e moderatore, hanno raccontato la loro storia con orgoglio, parlando dei risultati ottenuti in ambito sportivo e dei valori che hanno contraddistinto da sempre le loro personalità, prima ancora di scoprire la passione per lo sport.
Il lanciatore italo-cubano Oney Tapia, argento ai Giochi Paralimpici di Rio nel disco per non vedenti (F11), dice: “Nel 2011, dopo il mio incidente dove ho perso la vista, sono rinato e oggi mi sento molto più forte, consapevole, deciso. Lo sport mi ha aiutato a tirare fuori tutte le mie qualità e ad andare avanti, anche perché le mie figlie avevano bisogno di me. All’inizio non pensavo ci fosse più vita, dopo invece ho scoperto un’oasi di meraviglia. Il mondo paralimpico è pieno di storie bellissime, di persone che sono diventate esempio di coraggio e di vita. Ogni occasione è buona per cominciare e provare. L’esperienza del podio alle Paralimpiadi è tatuata in me ed è il risultato di tanta fede ed impegno”.
La velocista canturina Federica Maspero, argento mondiale sui 400 metri categoria amputati (T43), racconta: “Dopo la meningite che mi ha colpito a 24 anni, so che da sola non ce l’avrei mai fatta e ho ripreso a vivere da dove avevo lasciato. Lo sport mi ha cambiato la vita dal punto di vista fisico perché mi sento più forte, e dal punto di vista mentale perché mi ha regalato gioia, felicità e capacità di stare bene con me stessa e con gli altri. La medaglia che ho vinto a Londra è il frutto dei tanti sacrifici fatti in sei anni e mezzo di allenamenti. Quando credi in una cosa veramente, la raggiungi. Il mondo paralimpico vi mostra la capacità di superare ogni sfida nel rispetto di voi stessi e degli altri nell’ottica più alta di aumentare il rispetto verso il mondo. Continuate a sognare”.
Andrea Lucchetta conclude: “Qualunque sia la disciplina che, per passione o per predisposizione, si sceglie, questa diventa valore se, oltre a viverla e a praticarla, si riesce a raccontarla. L’animazione sportiva, fatta in palestra, dentro un campo da gioco, un palazzetto o un teatro – come avviene oggi in questa meravigliosa atmosfera – rappresenta il punto di contatto più rapido e coinvolgente per trasmettere ai giovani i veri valori che conducono al conseguimento dell’obiettivo e non necessariamente alla vittoria, ossia la determinazione, la passione, il rispetto per la propria vita e per quella degli altri, e il senso d’integrazione e solidarietà. Parole che devono mantenere un significato profondo, dentro e fuori la competizione sportiva. La vera vittoria è raggiungere un obiettivo, non per forza vincere”.
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