Com’è noto, ormai dallo scorso 4 dicembre 2017, tale ordinanza impone che le utenze domestiche e commerciali possono conferire i rifiuti tutti i giorni, dalle ore 17:00 alle ore 23:00, presso gli “Ecopunti”( ex isole ecologiche) dislocati sul territorio. Le utenze domestiche e commerciali distanti in linea d’aria oltre 500 metri dalle isole ecologiche possono depositare i rifiuti tutti i giorni, dalle ore 19:00 alle ore 23:00, nei cassonetti del sistema di prossimità.
Più recentemente, inoltre, è scattata la “fase B” dell’ordinanza Barbato, ovvero quella con cui si intende sensibilizzare sul tema dei rifiuti attraverso la distribuzione di depliant informativi, che contengono le informazioni per differenziare i rifiuti, l’indicazione dei 16 ecopunti e l’elenco ufficiale delle 20 zone in cui sono disposti i cassonetti del sistema di prossimità.
Ma perché molta gente protesta? Dalle testimonianze raccolte e dai numerosi messaggi giunti in redazione via mail o tramite il web, la percezione è la seguente: a lamentarsi sono soprattutto persone anziane (ma non solo), in quanto, a loro avviso, gli orari imposti dal commissario sono troppo restrittivi e poco praticabili, senza contare che gli ecopunti o isole ecologiche che dir si voglia, in mancanza di cassonetti di “prossimità” agevolmente raggiungibili, rimangono spesso comunque troppo lontane, scomode da raggiungere per una persona che, specie se avanti con gli anni, deve caricarsi dei rifiuti, affrontare condizioni meteo spesso avverse, guadagnare l’ecopunto a piedi, magari al buio, e poi tornare alla propria abitazione.
Alcuni anziani ci hanno confidato che la “passeggiata forzata” per depositare i rifiuti implica anche un altro disagio: il timore di essere derubati o aggrediti da malintenzionati, eventualità per nulla trascurabile.
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Posto che sia assolutamente necessario regolamentare il conferimento dei rifiuti e sensibilizzare la gente affinchè non sversi in strada immondizia in qualsiasi orario e in qualunque posto salti in mente, nonche’ sia opportuno abituare i cittadini e le giovani generazioni a differenziare ed a rispettare l’ambiente, è anche vero che bisognerebbe ascoltare con attenzione i disagi manifestati da una parte di cittadini, specie se questa parte è proprio quella più debole, meno autonoma. Una maggiore flessibilità (allargare la fascia oraria per le cosiddette “isole ecologiche”, aumentare il numero di cassonetti, ad es.) forse potrebbe aiutare queste persone a poter esplicare il proprio dovere di buon cittadino, senza però patire disagi francamente immeritati, se si tiene anche conto si tratti di contribuenti che pagano regolarmente le tasse.
M.G.