Nel linguaggio giornalistico italiano il termine millenial viene talvolta usato in modo difforme dall’inglese per indicare soltanto i nati dal 2000 in poi. Il termine generazione Y apparve per la prima volta all’ interno della rivista americana Ad Age che descriveva i teenager del momento definendoli in maniera completamente diversa rispetto ai cosiddetti ragazzi di ieri ( nati prima degli anni 80).
Essi venivano esaltati soprattutto per il loro modo nuovo di vedere e sognare la vita dovuta soprattutto ad un cambio repentino dell’allora unico mezzo di comunicazione di massa che per usare un termine scorretto, influenzava le teste di ogni persona dalla più umile al laureato: “la televisione”, che anni addietro era considerata un mezzo istituzionale grazie anche al servizio offerto dalle reti di stato ma che poi piano piano grazie all’espansione di Mediaset si è mutata sempre di più grazie a format adatti ad un pubblico giovane che immancabilmente davano un risalto diverso alla vita quotidiana rispetto ai nati negli anni 70 o anni addietro, programmi televisivi come Non è la rai, Il Karaoke di Fiorello, Ciao Darwin, Passaparola non a caso prodotti Mediaset cambiarono radicalmente sia il modo di fare televisione ma anche il modo di pensare di molti ragazzi dell’epoca.
Infatti ad esempio, grazie al famoso programmi di Gianni Boncompagni ( scomparso il 16 aprile 2017) “Non è la rai” nel mese di Settembre 1993 furono commercializzate in Italia le prime musicassette, all’epoca costavano circa 50 Mila lire che oggi equivarrebbero a 25 euro ma nonostante il prezzo alto in pochi mesi si cambiò il modo di ascoltare e fare musica, bastava una semplice radiolina portatile e si poteva sentire ogni volta che si voleva tutte le canzoni preferite delle proprie beniamine.
Un cambio radicale rispecchiatosi anche nella società che a mano mano sul finire degli anni 90 ha raggiunto il suo culmine con la nascita di Internet e dei primi Computer targati Windows 98 che entravano nelle case degli italiani. Una vera e propria rivoluzione digitale che ha permesso con il passare degli anni, di fare qualsiasi cosa che fino ad allora era impensabile ad esempio scaricare musica illegalmente, giocare, chattare e tante altre cose che ad oggi hanno dato il via libera all’ espandersi dei social network fino ad arrivare all’esercito del selfie come cita una famosa canzone dell’estate scorsa, la generazione dell’autoscatto, quella che ha abolito tutti i mezzi di comunicazione che fino a qualche anno fa erano indispensabili per l’uomo come la macchina da scrivere o una macchina fotografica, oggi si fa tutto online, si mangia anche, basta scaricare l’applicazione giusta con un semplice click per dirla in termini moderni e chi non si adegua a tutto questo o semplicemente preferisce le vecchie abitudini, viene considerato fuori dal mondo, asociale.
Anche dal punto di vista filosofico e sociologico, il termine Millenials ha avuto risalto da parte di celeberrimi studiosi, gli autori William Strauss e Neil Howe ad esempio, all’interno del loro libro The History of America’s future, 1584 to 2069, ritengono che il raggiungimento della maggiore età a partire dal nuovo millennio, i giovani delle scuole superiori ed i laureati siano nettamente in contrasto con quelli nati sia prima che dopo di loro a causa della forte attenzione ricevuta dai media e dalla forte influenza politica.
La caratteristica di questa generazione considerata per certi versi presuntuosa ed arrogante è quella di essere unica ed individuale, i flash mob, il fenomeno di Internet come già accennato sopra e le comunità online hanno dato alcune delle più espressive accettazioni dei membri della generazione Y, mentre gli amici di penna online hanno senza alcun dubbio dato un risalto alquanto grande alle persone più timide ed introverse. Molti dibattiti, seminari, convegni da anni che si svolgono in gran parte del mondo tenuti da studiosi, sociologi, comunicatori e politici non sono stati in grado di mettere in evidenza una vera e propria definizione del termine Millenials, si cerca ancora di capire quali siano gli aspetti negativi o positivi di essa, senza mai arrivare ad un punto fermo ed accettare che il mondo è cambiato sia nel bene che nel male e dovrà ancor di più mutare ed i giovani di oggi per dirla alla Totò, sono l’unica risorsa pura del nostro paese, l’unica risorsa vera che potrà cambiare in toto la realtà, molto difficile che si vive negli ultimi tempi, molto spesso gli anziani guardano con scetticismo questa nuova generazione definendola non a caso Peter pan, eterni giovani che cercano di scombussolare tutto intorno a loro e mutarlo portando anche ad ideologie non condivise ma che fanno parte del nostro quotidiano come ad esempio l’omosessualità ma proprio nell’essere eterni Peter pan bisogna credere in loro perché vivere la vita come eterni ragazzi senza aver paura del domani e del proprio futuro, può e deve essere un vanto e che senza eccedere può portare davvero ad una mutazione della società in positivo.
Antonio Criscuolo