Pensieri liberi. E’ di questi giorni la notizia: il Consiglio superiore della Sanità ha dichiarato la potenziale pericolosità della “cannabis light” (la base di prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa), che viene liberamente venduta in tutta Italia anche nei ‘canapa shop’, spuntati come funghi su tutto il territorio nazionale, dopo che – un paio di anni fa – è stata approvata una legge che l’ha consentito Da alcuni controlli ‘a caso’, è emerso che spesso in questi ‘minimarket della droga’ non viene rispettata la percentuale massima (0,2% di Thc, il principio attivo) che la legge stabilisce perché la cannabis non procuri danni. Ma non è quest’ultimo aspetto che ci interessa. Il punto nodale, messo in evidenza dalla delibera del Consiglio, è un altro: non è possibile stabilire con certezza la ‘non-pericolosità’ – presente e futura – della cannabis e dei suoi derivati. La droga è sempre droga, anche se con basso principio attivo!

Spostiamoci immediatamente in un altro Paese, molto lontano rispetto al nostro, e approdiamo nel Canada. Con la fantasia questi “voli” sono quasi sempre possibili… La Camera dei Comuni, dopo un primo parere favorevole già espresso dal Senato canadese, ha approvato la liberalizzazione della cannabis “non solo per fini terapeutici, ma anche per uso meramente ricreativo”. Il primo ministro canadese,Trudeau, ha affermato che il libero commercio della marijuana è lo strumento migliore, il più efficace, per intaccare l’impero economico dei trafficanti.
Mi riservo di ritornare su quest’ultimo aspetto, che ritengo meritevole di attenzione, perché la mia mente è stata attraversata da un flash… Mi sono ricordato di Mani, teologo e predicatore vissuto nel terzo secolo dopo Cristo, fondatore di una religione i cui seguaci presero il nome di ‘manichei’… Ma che cosa sosteneva questo pensatore persiano? In sintesi, che esistevano solo due princìpi – il Bene ed il Male, o la Luce e le Tenebre – non conciliabili tra di loro. Per questo motivo, l’intera realtà scaturirebbe o da un principio o dall’altro… Praticamente, o “tutto Bianco o tutto Nero”.

Ecco, mi sembra che le diverse delibere, in Italia ed in Canada, (ma anche in altre Nazioni, come l’Uruguay, alcuni Stati degli USA, il Lussemburgo e l’Argentina è prevalso l’orientamento per la liberalizzazione) sul medesimo tema, abbiano seguito proprio la “logica manichea”, quella del ‘tutto, Bianco o del tutto Nero’, proibizione totale da una parte, libertà senza limiti dall’altra, una netta contrapposizione.
Ora, con tutto il rispetto per il signor Mani, per i suoi seguaci (e anche per le istituzioni canadesi e italiane!), io penso che non sia possibile giungere a conclusioni così radicalmente diverse relativamente ad uno stesso problema. Per forza di cose, qualcuno (il tempo, sempre galantuomo, ci dirà ‘chi’!) sta prendendo una grossa cantonata!
E adesso voglio ritornare su quel discorso lasciato in sospeso, sulla tesi del ministro Trudeau che, per la verità, non è nemmeno tanto originale, visto che si tratta di una posizione già sostenuta, spesso, sia a livello di ‘singoli’ che di Stati. E’ evidente che eliminare il valore economico del “prodotto-droga” avrebbe degli effetti devastanti per le organizzazioni criminali che da esso traggono ‘nutrimento’ ed introiti al di sopra di ogni più fervida immaginazione, utilizzati anche per sostenere numerose altre attività fuorilegge. Inoltre, la possibilità di procurarsi la droga a costo zero, porterebbe con sé la conseguenza che tutto il giro di delinquenza (piccola e ad alti livelli) che ruota intorno ad essa finirebbe ben presto con lo scomparire. Analogamente, cesserebbero di esistere quei loschi individui che cercano continuamente nuovi ‘proseliti’ per incrementare il loro sporco ‘giro d’affari’.
Fin qui, ho messo in evidenza, sinteticamente, gli aspetti positivi che conseguirebbero dalla liberalizzazione, e non mi sembrano di scarsa rilevanza, però… Come in tutte le cose, anche qui c’è un “però”… E se questo dovesse significare l’incremento e l’aumento del numero di consumatori? Non mi costa niente, è uno ‘sballo’, diamoci da fare: droga a go go!



Certo, che questo rischio sia reale, nessuno, in buona fede, può pensare di escluderlo. La droga fa male, malissimo, qualunque tipo di droga… Anche la comune nicotina che assorbiamo fumando una semplice sigaretta (oltre ai danni ‘diretti’ collegati al fumo!) provoca assuefazione e dipendenza… Però, chi vuole “farsi del male” con la droga, finisce con il procurarsela, con ogni mezzo, quasi sempre illecito… Anche quando, ormai una ‘vita fa’, un referendum sancì la legittimità del divorzio in Italia, ci fu il panico! “E adesso si sfasceranno tutte le famiglie!”, “Finiremo come in America, dove ci si sposa al mattino e si divorzia la sera!” – urlavano gli oppositori, spesso fomentati dalle infuocate omelie dei preti dagli altari.
Non fu così. Sì, all’inizio si registrarono non poche separazioni, seguite dai relativi divorzi, ma il fenomeno era del tutto ‘fisiologico: esistevano, di fatto, situazioni di screzi, di dissidi insanabili tra coniugi, che si trascinavano avanti stancamente, da anni… I tanti divorzi iniziali servirono appunto a porre fine a quelle insostenibili sofferenze. In breve, tutto tornò alla normalità… Sono (quasi) convinto che potrebbe funzionare così anche per la “droga libera”. Io non sono un manicheo, non credo al tutto Bianco o al tutto Nero… Dico solo che, visti gli scarsi risultati finora ottenuti per tentare di contenere questo fenomeno altamente pernicioso e deleterio, cercare delle strade alternative rispetto alla mera repressione, alle ‘campagne per dire “no” alla droga’, all’informazione non sempre corretta e qualificata, non sarebbe assolutamente da considerarsi un errore. “Provare per credere!”, urlava alla televisione, con voce stentorea, un tale che vendeva pentole da cucina e prodotti similari!
Ernesto Pucciarelli