Berlino – Sono sempre loro due a rubare la scena dell’ultimo giorno di un Campionato internazionale di Atletica Paralimpica. Martina Caironi e Assunta Legnante sono le sensazionali punte di diamante di una Nazionale che, a questo Europeo, è riuscita ad andare oltre ogni aspettativa, vincendo 17 medaglie (6 ori, 3 argenti e 8 bronzi).
Queste atlete-simbolo hanno trascinato una squadra di successo, continuando a scrivere con i loro risultati nuove bellissime pagine di sport.

Legnante, lanciatrice non vedente, non aveva partecipato agli Europei di Grosseto due anni fa. Oggi a Berlino si è andata a riprendere quell’unica medaglia d’oromancante al suo ricchissimo palmares internazionale, da quando nel 2012 ha iniziato la carriera paralimpica.

La sua gara, il getto del peso F11 accorpato alle ipovedenti F12, parla di una battaglia condotta solo contro se stessa. Troppo lontano il suo lancio di 15,85 per farsi impensierire dalle avversarie, l’ucraina Orysia Ilchyna (argento con 12,68) e la bielorussa Tamara Sivakova (bronzo con 11,31).



La primatista mondiale però è critica della sua prestazione: “Ho fatto il compito della giornata ma non sono contenta della misura. È stato un anno difficile, so di valere 17 metri ma è stato più un problema di testa. Ringrazio la mia società (Anthropos Civitanova) che mi aiuta a restare ancora sul tetto d’Europa. Questo oro è il risultato di sacrifici per noi atleti ma anche uno stimolo per chi ha una disabilità, a fare quello che facciamo noi. Venite sui campi di atletica, alzatevi dal divano”.

Come capitana della Nazionale c’è poi enorme orgoglio: “Sono fiera dei miei compagni. Nella squadra ci sono campioni ed atleti con esperienza a cui si sono aggiunti questi giovani che non hanno paura di niente”.

Gli Europei sono stati strabilianti anche per Martina Caironi, che fa doppietta d’oro con la vittoria nei 100 T63 dopo essersi assicurata il primo posto nel lungo con tanto di primato del mondo (4,91) – da confermare a fine anno.

La campionessa mondiale e paralimpica non si risparmia nemmeno in questa gara che chiude con un record dei Campionati con numeri quasi identici (14,91 il suo crono). La sprinter bergamasca rivela: “Anche oggi la nostra medaglia ce la siamo presa. Sui blocchi ho tremato un po’ come non mi capitava da tempo, ho sentito il vento e poi c’è stata la squalifica per falsa partenza della spagnola. Comunque in gara si fa sempre il possibile qualunque siano le condizioni”.

Nella stessa finale c’era Monica Contrafatto che si è presa l’argento in 15.61, bissando il risultato dei Mondiali di Londra 2017 e salendo sul suo terzo podio importante compreso il bronzo paralimpico di Rio: “Sono felicissima, non sono una veterana come Martina ed è solo tre anni che gareggio. Speravo di fare bene come mi succede in allenamento, ma il vento non me lo ha permesso. Oggi avevo più ansia del solito”. Terzo posto per la belga Gitte Haenen (16.07).

A completare il podio per i colori azzurri ci ha pensato Simone Manigrasso nei 100 T64. Per lui è la terza medaglia a questi Campionati, la seconda di bronzodopo quella dei 200 e l’argento di staffetta. Lo sprinter lombardo, che ha corso in 11.81, è soddisfatto: “Sono contentissimo, sono partito bene in quarta corsia in mezzo a due mostri sacri come Felix Streng (oro in 11.23) e Johannes Floors (argento in 11.44). È stata una gara difficile con vento contro, ma l’importante è aver preso la medaglia. Qui a Berlino me la sono davvero goduta, ai Mondiali l’anno scorso sono stato sopraffatto da tensione ed emozione”.

Il compagno di staffetta Emanuele Di Marino conclude in quinta posizione con 12,67: “Sono orgoglioso di questa finale corsa con Marco. La nostra diversa disabilità (piede torto) rispetto ai vincitori è evidente, ma almeno eravamo qui”. Sesto a tre centesimi di secondo l’altro Azzurro Marco Cicchetti: “Ho fatto un buon 100, ero più sciolto. Quest’Europeo è stata un’esperienza bellissima”.

L’Italia riesce anche a conquistare un bronzo nella staffetta universale 4×100 del valore di 54.39. La terza posizione arriva grazie alla squalifica della Spagna per cambio fuori zona ed è festa grande per tutti.
Oxana Corso ritorna finalmente su un podio dopo due anni: “È la 12^ medaglia della mia carriera, è inaspettata ma bellissima. Sono la prima cerebrolesa a fare una staffetta per l’Italia, per me è un nuovo inizio”. Riccardo Bagaini firma il sua terzo sigillo europeo: “Sono stanco, ma felice. Questa era la mia quinta gara consecutiva. Il mio bronzo dei 200 mi ha dato sensazioni magnifiche e lo vedo come un trampolino di lancio”. È invece la medaglia numero due per Diego Gastaldi: “Mi spiace vincere per la squalifica di un avversario, ma l’esperienza è stata fantastica. Spero di ripeterla ai Mondiali di Dubai”. Per Carlotta Bertoli è il primo riconoscimento internazionale da senior: “Sono molto felice, è una grandissima emozione”. L’oro di staffetta va alla Gran Bretagna, mentre la Francia è d’argento.

Solo due centesimi di secondo ed un tuffo sul traguardo con il crono di 57.54 hanno allontanato il sogno del podio dei 400 T62 per Andrea Lanfri: “Sul rettilineo ero terzo, ma poi mi sono sentito stirare e ho continuato lo stesso, pensando che comunque era l’ultima gara. Resta il bronzo dei 100, quindi obiettivo centrato”. Luca Campeotto invece ottiene il quinto posto in 58.91: “Ho tirato fuori quello che avevo, sono soddisfatto dopo un anno difficile per le nuove classificazioni e le nuove protesi a cui dovermi adeguare”.

L’altra quintaposizione è di Marco Pentagoni che nei 100 T63 si esprime in 15.44: “La gara non è andata come previsto perché ho avuto difficoltà negli ultimi 20 metri con la nuova lama. Ho vinto però un bronzo spettacolare nel lungo, con una squadra che è una bella famiglia. Non sei mai solo in campo”.

 

A Berlino l’Italia è riuscita a superare le 13 medaglie vinte a Grosseto 2016 ed il Presidente federale Sandrino Porru neè orgoglioso: “È record per numero e colore dei metalli, a Berlino abbiamo fatto la storia dell’Atletica paralimpica italiana. È stata una rassegna europea superlativa sotto tutti i punti di vista, tecnico e di gruppo, e con la presenza di atleti di tutte le disabilità, eccezion fatta per la bassa statura.

Voglio ringraziare dal profondo del cuore tutti i protagonisti di questa impresa, a partire dagli atleti che hanno saputo dar battaglia in campo, vestendo con dignità la maglia azzurra e dando messaggi di speranza a tanti ragazzi con disabilità, che potranno in futuro ricalcare le loro orme.

Il mio più sincero ringraziamento va a tutti i settori (tecnico, sanitario, media, politico e amministrativo) che hanno fatto un fantastico lavoro di gruppo accompagnato da un enorme passione. Oggi vedo una Federazione viva che ha nelle società affiliate il fulcro di tutto ed è un loro grande merito se il livello tecnico dell’Atletica sta crescendo. Un ultimo ringraziamento è per il Comitato Italiano Paralimpico, l’INAIL e la RAI che, con il loro insostituibile supporto, hanno reso fattibile questa fantastica avventura che rimarrà nei nostri cuori ed in quelli di chi ci ha seguito da casa”.

Il Direttore Tecnico Vincenzo Duminuco è della stessa opinione: “È un bilancio senz’altro positivo. Siamo una squadra in crescita che, con la costanza e la serietà del lavoro svolto durante l’anno, ha appena raccolto il giusto riconoscimento a livello continentale, con lo sguardo rivolto già ai Mondiali del 2019. 17 medaglie, due record del mondo, 15 atleti su 20 sul podio, un 10° posto nel medagliere sono dati che non hanno bisogno di commento. Oltre alle attese conferme dei veterani e alla consacrazione di quegli atleti messisi in luce nel recente passato, la nota lieta viene dai giovanissimi di FISPES Academy, accademia nata con lo scopo di accompagnare i migliori giovani talenti (tra i 14 e i 20 anni) nel loro percorso di maturazione sportiva e umana. Anche loro hanno contribuito ad arricchire il medagliere.
Infine, un grazie doveroso va rivolto a tutti coloro che, sia in Italia che qui a Berlino, non si sono risparmiati per garantire una condizione di gara ottimale agli atleti”.