GLI AVVOCATI DEL DIAVOLO
L’ennesimo episodio di violenza che ha visto come protagonista uno straniero ha determinato il varo di una nuova normativa in tema di espulsioni dal territorio nazionale ed una decisa accelerazione alla procedura di approvazione del pacchetto Amato in tema di sicurezza. Ancora una volta, lo sdegno dell’opinione pubblica ha indotto il legislatore ad adottare in breve tempo misure idonee, per ora solo negli intenti, ad arginare l’ondata di criminalità che starebbe attraversando il Paese, complice una massiccia presenza di stranieri che, almeno secondo la rappresentazione dei media, sarebbero autori della maggior parte dei delitti che avvengono in Italia. Come governare, allora, l’emergenza? Con l’adozione, appunto, di misure urgenti, fortemente repressive e, soprattutto, di facile applicazione, in particolar modo per ciò che concerne l’espulsione degli stranieri. E’ doveroso, tuttavia, chiedersi (col rischio di stancare il lettore!) se l’intervento repressivo, che rappresenta senz’altro uno dei modi di affrontare il problema, sia di per sé idoneo a scongiurare il ripetersi di atti di violenza, se poi si continua ad emarginare una non trascurabile fetta di popolazione, rappresentata anche da stranieri, che vive in baracche o in quartieri – ghetto (vedi Scampia) e le cui condizioni di vita, economiche, culturali, generano troppo spesso comportamenti criminali; il che, ovviamente, non vale a giustificare detti comportamenti, ma rende evidente come una seria politica orientata a contrastare la delinquenza deve partire dalle cause scatenanti i fenomeni criminali, eliminando quelli che possiamo definire "fattori di rischio". E’ altrettanto evidente, però, che una politica del genere richiede grossi investimenti, non solo economici, ma anche in termini di idee, e la capacità di guardare lontano, senza lasciarsi condizionare dalla pur legittima sete di giustizia dei cittadini, che chiedono (e ottengono) le ‘solite’ misure urgenti, idonee a soddisfare sul momento l’opinione pubblica, ma che, a lungo andare, si rivelano del tutto inefficaci a porre un serio freno alla commissione di delitti.
Giovanni e Alessandro Gentile