Pensieri liberi – La dodicesima di campionato, in linea generale, ha confermato un copione ormai standardizzato. La Juventus, dopo la ‘scoppola’ (indolore!) rimediata in Champions, s’è immediatamente rifatta andando a vincere a Milano, sponda rossonera. Sul risultato, ha inciso non poco il nervosismo eccessivo di Higuain (prima, ha fallito un rigore che avrebbe riportato in parità la sua squadra; poi, nel finale, s’è fatto addirittura espellere rendendo vani gli ultimi assalti per salvare il risultato che CR7 ha, in seguito, definitivamente fissato sul 2 a 0). Sacrosanto il penalty, confermato dal Var… Resta, comunque, un mistero: perché non è stato espulso Benatia, il difensore che aveva causato il rigore con un evidente tocco di mano, visto che era già stato precedentemente ammonito? Uno dei soliti ‘favorini’ arbitrali per la Vecchia Signora? Qui lo dico e qui lo nego, per non essere tacciato del solito epiteto: “lamentoso piagnone”!

Ma veniamo al nostro Napoli. La trasferta a Marassi, stavolta, è andata alla grande. Gli azzurri hanno conquistato i tre punti dopo una partita veramente al cardiopalmo. I genoani, nel primo tempo, c’avevano messo sotto di brutto (difesa strenua, attenta, inpeccabile e, non appena possibile, ripartenze rapide ed incisive), passando meritatamente in vantaggio. Nella ripresa, il cambio di scena, il ribaltone… Una partita così, a mio modesto avviso, il Napoli di Sarri non l’avrebbe mai vinta. Perché? E’ presto detto. Ancelotti, nell’intervallo, s’è reso conto che era necessario intervenire tempestivamente a centrocampo e in attacco. Occorrevano più muscoli nella zona centrale del campo (perciò, fuori un impalpabile Zielinski per Fabian Ruiz) e una maggiore incisività in attacco (Milik sostituito da Mertens). I cambi sono stati effettuati ad inizio ripresa. Sarri, al massimo, le sostituzioni le avrebbe effettuate a partire dal venticinquesimo minuto, quasi certamente, troppo tardi! I benefici per il mini-turnover, comunque, si sarebbero visti di lì a poco, non subito. Eh, sì, perché a complicare ancor più la situazione ci s’è messo pure “Giove Pluvio”!

Su Genova, è caduta una micidiale ‘bomba d’acqua’, per cui l’arbitro, il signor Abisso di Palermo, è stato costretto a sospendere la partita per circa un quarto d’ora. Poi, qualcuno gli avrà ricordato le nobili tradizioni pallanuotistiche dei liguri e dei campani, per cui ha deciso che si poteva giocare, nonostante il terreno del Marassi presentasse larghe pozzanghere, dalle quali i calciatori venivano fuori con grande fatica. E qui, nonostante le suddette avverse condizioni, s’è manifestata la grande forza del Napoli, Prima, c’è stato il pareggio di Fabian Ruiz, dopo il delizioso assist di Mertens (i due sostituti!); nel finale, la provvidenziale autorete genoana che ha consentito agli azzurri di conquistare, meritatamente, l’intera posta in palio.
Però, quanta fatica! Gli “amici” genoani ce l’ hanno messa tutta, per fermarci, come, d’altra parte, avevano fatto pure con la Juventus, riuscendoci. Vatti a fidare degli amici… La tifoseria genoana e quella napoletana sono gemellate da molti anni, ma questo non significa, la sportività viene prima di tutto… E che dovrebbero dire, allora, gli interisti? I loro “parenti-cugini” bergamaschi gli hanno rifilato quattro ‘pappine’! La squadra di Spalletti sembrava aver imboccato la strada giusta: al secondo posto, col Napoli, con l’obiettivo dichiarato di porsi come l’anti-Juve… E invece, alneno per il momento, addio sogni di gloria, grazie ai “parenti serpenti” atalantini!
Ernesto Pucciarelli