La Deputata Anna Bilotti: “tedeschi colonizzatori senza alcun rispetto per i lavoratori”
“Sul tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico dedicato alla vertenza Italcementi di Salerno, tavolo al quale ho partecipato come membro della commissione lavoro ma soprattutto come cittadina campana e salernitana che vive a pochi km dallo stabilimento in via di dismissione, si è assistito ad uno deplorevole teatrino. Il secondo gruppo mondiale cementizio con 70.000 dipendenti in tutto il mondo e 15 miliardi di Euro di fatturato, non è stato in grado di produrre uno straccio di piano industriale che comprendesse il destino delle decine di lavoratori che tra qualche settimana resteranno senza alcun lavoro, sostentamento e prospettiva futura”. Così la deputata del Movimento 5 Stelle Anna Bilotti, membro della commissione lavoro a margine del tavolo su Italcementi organizzato venerdì pomeriggio presso il MISE e al quale hanno partecipato la proprietà industriale, le parti sindacali, gli enti regionali e personalità della società civile. “Concausa di questa situazione anche l’operato dei governi precedenti che non hanno mai sollecitato l’azienda ad un reale rilancio a fronte dei milioni di euro erogati con politiche di salvaguardia.
“Fino ad oggi, infatti, il gruppo Heidelberg ha saputo concepire solo tagli senza alcun investimento. Abbiamo riscontrato – continua Bilotti – totale disinteresse a ragionare secondo logiche che non siano unicamente economiche contraddicendo di fatto anche le belle parole che troviamo sulle pagine web istituzionali dell’azienda, Italcementi rappresenta la storia e il futuro del cemento in Italia”. “La Campania e l’Italia meridionale perdono un asset strategico importante in una logica di colonizzazione internazionale che sta riducendo intere aree del nostro mezzogiorno a pedine di un rischio senza alcuna prospettiva. Il nostro impegno – conclude Bilotti – sarà quello di continuare a monitorare la vicenda, affinché tutti gli sforzi vengano fatti per trovare una soluzione al più presto, per i lavoratori e per le nostre storiche realtà industriali”.