Tale invito venne colto sia dagli studiosi che dagli addetti ai lavori e così, nel giro di meno di venti anni, si sono registrati eventi di significativo rilievo come la sistematizzazione della nuova sala del Novecento del Museo Civico di Castel Nuovo, ove sono riemerse le opere di proprietà del Comune, la creazione in Castel Sant’Elmo, seppure tra mille difficoltà, de “Il Museo del 900” (2010), in cui sono presenti opere di pittura e scultura relative al periodo (1910 -1980) provenienti da donazioni e collezioni private. Nel 2005 veniva altresì edito il volume “La pittura napoletana del 900” (Ed. Di Mauro) che voleva porsi quasi come tappa fondativa dei nuovi termini del riavviato dibattito sulla pittura napoletana.
Per la scultura, in particolare, deve segnalarsi la Mostra “Eccellenze a Napoli a tutto tondo: da Amendola a Tizzano: scultori fra Otto e Novecento (2011) cui ha fatto seguito l’importante e imponente Mostra “Il Bello o il Vero” (2014/2015), curata da Isabella Valente. A tale ultima Mostra va riconosciuto l’assoluto merito di aver mostrato e dimostrato come la scultura napoletana del tempo (fine 800 e primi anni ’30 del secolo successivo) andasse declinata alla luce del confronto con gli altri paesi europei in cui la stessa, seppur con la propria intonazione territoriale, andava legittimamente inscritta e letta. La Mostra ha così colmato una grave lacuna nello studio della scultura napoletana che con il tempo sarebbe potuta divenire ingiustamente (pressoché) irrecuperabile.È, pertanto, evidente l’interesse e l’attesa che si respirano intorno alla Mostra “Il nostro 900” che si inaugura, non a caso, il giorno dopo San Valentino perché destinata a tutti gli amanti dell’arte, di quella napoletana in particolare, e destinata a sedurre anche quanti si avvicineranno per la prima volta alla pittura e scultura napoletana del 900.
Particolare e meticolosa attenzione è stata riservata dai curatori al rastrellamento delle opere,selezionando quelle che meglio potessero costituire testimonianza del respiro nazionale (quando non mittleuropeo) di cui l’arte napoletana è stata (non sempre riconosciuta) portatrice.
Tra gli autori proposti, che non certo esauriscono l’articolato e significativo panorama degli artisti napoletani del tempo, spiccano, tra gli altri, Crisconio, Viti, Villani, Bocchetti, Brancaccio, Notte, Ciardo, Cifariello,Giarrizzo, Chiancone, Striccoli, Capaldo, Fabbricatore, Perez, Guido Casciaro, Bresciani, Tamburrini, Girosi, Verdecchia, Cajati, Lippi, Vittorio, Tizzano, Uccella e Waschimps.
Degli autori vengono proposte opere (oltre 50 dipinti e oltre 30 sculture), assai spesso non note al grande pubblico e, talora, anche ai collezionisti più appassionati e che tuttavia sono state esposte in importanti mostre nazionali e internazionali. Tra le altre sono esposte “Il bagno” di Giovanni Brancaccio (Biennale di Venezia; Mostra Carnegie Institute, Pittsburgh), “Libro bianco” (Carnegie Institute, Pittsburgh), “ Il Beone” (esposto anche in “Anni difficili”) nonché “Il ritratto del pittore De Simone”), di Eugenio Viti, “Novembre in città” di Guido Casciaro (I Mostra Intersindacale Fascista 1933), “Dopo la pioggia” di Rubens Capaldo (VII Quadriennale di Roma),“Colloqui” di Carlo Striccoli, “Al balcone” di Carlo Verdecchia (Biennale di Venezia 1936), “Nello studio” (ovvero “Solitudini”) di Alberto Chiancone (Biennale Venezia 1936), “Le amiche al caffè” di Nicola Fabbricatore (Biennale Venezia 1946), “Le donne sarde” di Gennaro Villani (da ultimo esposta in “Gli anni difficili”), “l’Uomo e l’uccello” di Raffaele Lippi (Mostra al Castel dell’Ovo del 2004, curata da Vitaliano Corbi).
Un evento da non perdere per i napoletani (appassionati e non) e che consentirà a tutti noi una feconda passeggiata nella nostra storia culturale (prima che artistica) di cui i più conoscono ancora troppo poco o, peggio ancora, talora troppo male.