Oggi, in particolare, si presenta una conferenza che rappresenta un momento di dialogo e di riflessione sul ruolo della Bielorussia in Europa, un Paese in dialogo con diverse nazioni e con l’Italia, e che sta attraversando un momento di crescita economica.
L’auspicio, ha concluso il presidente del Consiglio comunale, è quello che anche attraverso la cultura e il dialogo tra le Università, si raggiunga una sempre maggiore vicinanza tra la Bielorussia e l’Italia. L’Orientale, ha spiegato il prorettore Sommella, è un ateneo radicato in città e con grosse aperture internazionali, dove all’insegnamento delle lingue, ben quarantadue, si affianca l’insegnamento delle relazioni internazionali. L’ateneo ha una grande tradizione nello studio delle culture e delle lingue dell’Europa Orientale, e in particolare del russo, mentre manca ancora l’insegnamento della lingua bielorussa e, per questo, si auspica di attivare al più presto una relazione con l’Università di Minsk. La Repubblica di Belarus, ha sottolineato il professor Viktor Shadurski, è uno Stato molto giovane ma con tradizioni millenarie, e vanta secoli di buoni rapporti con l’Italia, come testimoniano gli interventi di artisti italiani nell’architettura medievale del Paese. A partire dalla proclamazione dell’indipendenza, questi rapporti si sono ancora più intensificati, e grande è la gratitudine verso l’Italia per il sostegno manifestato in occasione del disastro nucleare di Cernobyl. Anche i rapporti culturali, che si consolidano nel tempo, si sono sviluppati in modo sempre più dinamico, come testimoniato dalla grande partecipazione di pubblico alle Giornate italiane di Minsk, così come molto importanti sono i rapporti commerciali. Olga Gleb, che ha portato il saluto del Console onorario della Repubblica di Belarus a Napoli, ha ringraziato la Città di Napoli e il presidente del Consiglio comunale per quanto fatto in questi anni a favore dell’integrazione tra il popolo bielorusso e quello napoletano, integrazione, ha precisato, da intendersi nel senso di arricchimento reciproco attraverso l’accettazione delle rispettive diversità.