La mostra, realizzata in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e l’Istituto Italiano di Cultura a Los Angeles, presenta molti dei reperti più spettacolari rinvenuti all’interno della Villa ed esamina i tentativi di srotolare e decifrare i papiri carbonizzati. L’esposizione resterà aperta al pubblico della Getty Villa fino al prossimo 27 ottobre.
Nell’ambito degli eventi in calendario per l’inaugurazione della mostra “Buried by Vesuvius”, domani l’Auditorium della Getty Villa ospiterà la conferenza “Il futuro del passato a Ercolano” che sarà tenuta dal direttore Sirano con l’introduzione del sindaco Buonajuto: “L’accoglienza riservata alla nostra città a Los Angeles testimonia l’eccezionale importanza del nostro territorio nel panorama culturale mondiale – dice il sindaco di Ercolano -. Siamo onorati dell’attenzione di un’istituzione del calibro del Getty Museum, il nostro obiettivo è fare in modo che intorno alla città antica possa svilupparsi un ecosistema sostenibile affinché la bellezza torni ad occupare un ruolo principale nel nostro territorio e per rendere ancor di più Ercolano un punto di riferimento culturale di livello mondiale”.
Non solo l’archeologia, ma anche la tecnologia di Ercolano è protagonista della mostra “Buried by Vesuvius”. È stato il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, infatti, a realizzare un filmato in computer grafica in grado di rappresentare ai visitatori della mostra tutta la Villa nella sua interezza: “Poter collaborare con un’istituzione internazionale di questo livello è un ulteriore riconoscimento delle qualità tecnologiche e scientifiche acquisite dal Mav nei suoi primi dieci anni di attività – dichiara Luigi Vicinanza, presidente della Fondazione Cives-Mav di Ercolano -. Non è la prima volta che il Mav collabora con istituzioni culturali straniere. Negli anni passati con il British Museum di Londra, mentre lo scorso anno è stato consolidato, con la presenza in Francia del direttore del museo Ciro Cacciola, il gemellaggio con il sito romano di Vorgium in Bretagna. Il Mav si presenta come un gioiello digitale 4.0 in grado di valorizzare le meraviglie uniche dell’area vesuviana in modo glocal, cioè sia su scala locale che globale”.