Lo confesso, non me l’aspettavo… Il Napoli di ieri sera è apparsa di nuovo la ‘banda sbandata’ delle precedenti partite, una squadra senza idee, senza nerbo, che non ha schemi di gioco, con una difesa imbarazzante per la fragilità che dimostra. Di fronte c’era il Bologna, squadra dalla discreta caratura tecnica (ma quest’anno “tutti gli avversari” che giocano contro di noi fanno la figura del Real Madrid dei tempi d’oro!), ma non irresistibile. Eppure, ogni volta che superava il centro campo, dava, chiara, la sensazione che poteva ‘farci male’! Hanno segnato ‘solo’ due reti, i felsinei, ma soltanto per loro demerito.
Seconda ‘confessione’: non sono mai stato un sostenitore di Sarri e del suo gioco. Ritenevo, e sbagliavo evidentemente, che i suoi schemi limitassero la fantasia dei giocatori in maglia azzurra, imbrigliandoli in compiti troppo ‘scolastici’. Per dirla in breve, il mister di nascita bagnolese, non sfruttava appieno le potenzialità dei nostri ‘campioni’! Non era così. Proprio l’assegnazione di compiti limitati, e ripetuti, invece, consentiva ai nostri (che “campioni”, purtroppo, non sono!) di esprimere le loro potenzialità, anch’esse limitate, non eccelse.
Ancelotti, evidentemente, ha provato a modificare quello che era già ‘consolidato’ secondo le sue diverse convinzioni calcistiche. Non c’è riuscito, per tutta una serie di motivi che non conosciamo nella loro interezza. Diceva il grande Totò, parafrasando un noto proverbio:”Ogni limite ha una pazienza!”, e credo che questo limite (siamo al secondo anno di gestione ancelottiana!) sia stato ampiamente superato. Da sempre, quando ci si trova in una situazione come quella che sta attraversando attualmente il Napoli, esiste una soluzione, immediata: poiché non si possono licenziare in tronco tutti i giocatori, è l’allenatore a pagare per tutti. E’ vero, non è facile prendere una simile decisione, se il mister in questione si chiama Ancelotti, ma la riteniamo necessaria, anche alla luce delle ultime sue dichiarazioni. La prassi vuole che l’allenatore, come un buon padre di famiglia, si dichiari (non è giusto, ma è così che funziona nel calcio) unico responsabile degli insuccessi sportivi.
Ancelotti, invece, ha richiamato la squadra quantomeno a condividerle, queste responsabilità! Ritengo che il suo monito abbia come obiettivo quello di dare una ‘scossa’ all’ambiente, allo spogliatoio… Ma se non fosse così, e l’uscita del mister volesse significare la presa d’atto di una frattura, di una denuncia?
Ernesto Pucciarelli