L’europarlamentare ha interpellato la Dg Agri. Il consigliere regionale Cammarano: “Ora anche la magistratura vuole vederci chiaro”
“De Luca dia una risposta alle 2650 aziende agricole ammesse a finanziamento nell’ambito del progetto Integrato Giovani, alcune delle quali in mancanza dello stanziamento delle risorse, rischiano di perdere definitivamente il requisito di accesso a finanziamenti futuri. Proprio in queste settimane ho chiesto chiarimenti in merito alla situazione di queste aziende, alla DG AGRI, la direzione generale della Commissione che è responsabile della politica dell’UE in materia di agricoltura e sviluppo rurale e si occupa di tutti gli aspetti della politica agricola comune (PAC). La risposta è stata chiara “l’implementazione dei Psr ricade nelle responsabilità dell’Autorità di gestione regionale”, sebbene la Commissione monitori il programma attraverso “meeting annuali, relazioni di attuazioni annuali e riunioni del comitato di sorveglianza”. Ciò vuol dire che la ripartizione dei fondi spetta alla Regione, cui rivolgo l’invito a utilizzare in maniera sensata le risorse stanziate dall’Unione europea, evitando di penalizzare quei ragazzi che in controtendenza decidono di investire nel proprio territorio”, commenta l’eurodeputato e portavoce M5S Piernicola Pedicini. Il progetto Integrato Giovani, parte del Programma di Sviluppo Rurale per la Regione Campania è un pacchetto di misure che consente ai giovani entro i 40 anni, di avviare un’azienda agricola con lo scopo di favorire il ricambio generazionale e l’inserimento di giovani agricoltori qualificati. Uno dei requisiti per l’accesso al contributo è la primogenitura dell’azienda, si tratta quindi di un riconoscimento destinato ai giovani agricoltori che per la prima volta si insediano come capo azienda agricola.
“A pagare lo scotto di gestione scellerata che denunciamo da anni – sottolinea il consigliere regionale M5S Michele Cammarano – sono i tantissimi imprenditori e i titolari di giovani imprese che hanno investito risorse importanti. Imprenditori coraggiosi che si sono esposti a uno sforzo notevole, ma che oggi, per i ritardi nell’erogazione di fondi a cui hanno diritto, oggi rischiano oggi il fallimento. Un dramma che avrà ricadute inevitabili sull’intero comparto. Senza dimenticare quanti dipendenti di quelle stesse aziende hanno perso o perderanno il posto di lavoro. Non solo in questi quasi cinque anni la Regione Campania non è stata in grado di produrre alcuna iniziativa per il rilancio del settore agricolo, ma grazie a una totale disorganizzazione sta contribuendo addirittura ad affossarla. Una gestione con molte ombre – conclude Cammarano – sulla quale ha acceso da tempo i riflettori la magistratura, che vuole vederci chiaro sulle modalità di assegnazione dei fondi previsti dai Piani di sviluppo rurale”.
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