E così anche il Napoli, a fronte delle cocenti delusioni, delle prestazioni inguardabili del collettivo azzurro, ha esonerato il pluridecorato Ancelotti ed ha affidato la squadra al ‘quasi imberbe’ Gattuso, meglio conosciuto, però, con l’appellativo di “Ringhio”. Ebbene, nonostante il ‘cambiamento del timoniere’ e tutta la buona volontà mostrata dal ragazzo di Calabria, gli effetti sperati non si sono realizzati. Anzi, le cose andavano di male in peggio, almeno così sembrava…
Adesso, ricordiamo un’altra regola, anch’essa non scritta, ma che puntualmente si verifica: quando in una situazione critica si tocca il fondo, il cosiddetto “punto di non ritorno”, in quello stesso momento non può non iniziare la risalita. Il fondo è stato toccato contro la Fiorentina, ed abbiamo beccato, sempre in casa, l’ennesima sconfitta, una vera e propria ‘disfatta’!
“E va bene” hanno pensato gli ottimisti per natura, quelli che amano vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. “Non è possibile cadere ancora più in basso, ora dobbiamo per forza risalire…”. Ma, come ostacolo alla possibile ed auspicata risalita, si frapponeva questa preoccupante realtà : i prossimi avversari della malmessa formazione partenopea si chiamavano, addirittura, Lazio, in Coppa Italia, e – udite, udite! – Juventus in campionato. C’era veramente “da far tremar le vene e i polsi”, come scrisse una volta il Divin Poeta!
E invece, inaspettatamente, la “resurrezione”, una vera e propria ‘Pasqua’, anticipata, graditissima dal popolo di fede azzurra. La Lazio, la compagine più in forma del momento, detentrice, inoltre, del trofeo, l’abbiamo messa sotto di brutto. I nemici di sempre, i bianconeri (più ‘neri’ che ‘bianchi’ ieri sera, a dire il vero!) guidati dai ‘traditori’ Sarri ed Higuain, li abbiamo rimandati a casa con le pive nel sacco!
Tutto finito, la crisi è alle spalle? E’ presto per dirlo, ma la squadra è apparsa veramente trasformata. I nuovi acquisti, Demme e Lobotka, non sono certamente dei fuoriclasse, ma hanno saputo conferire all’intera squadra ordine tattico ed equilibrio (ricordate il Romano della felice epoca maradoniana?). Più volte abbiamo criticato il ‘capitano’, Lorenzo Insigne, però quando, per onestà intellettuale, ci si deve ricredere, va fatto! Nelle ultime due partite, Lorenzo ha rappresentato l’anima della squadra; da “vero capitano”, è stato d’esempio per tutti: è uscito dal rettangolo di gioco stremato, senza più un briciolo di forza, ma sorridente e felice, perché consapevole di aver fatto per intero il proprio dovere!
La speranza ci sorregge… Il campionato, ormai, è andato, sarà sufficiente terminarlo dignitosamente… Ma abbiamo le coppe. Quella nazionale, possiamo addirittura vincerla; per la Champions, l’attuale Barcellona non appare avversario impossibile… Basterebbe ripetere una prestazione tipo Liverpool, per intenderci, e l’attuale stagione calcistica, da disastrosa, quale appariva fino a pochi giorni addietro, potrebbe assumere tutta un’altra dimensione!
Ernesto Pucciarelli
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