“Nel Decreto Carceri varato nelle scorse ore dal Governo Conte è previsto che i colloqui tra familiari e detenuti fino al 22 marzo possano essere svolti esclusivamente in videoconferenza evitando, giustamente, che vi sia in questa fase critica contatto tra chi proviene dall’esterno e chi è detenuto.
Il problema è che per il dopo 22 marzo nulla è legiferato o previsto. Quindi dal 23 in poi, in ancora piena crisi da COVID-19, è possibile che si ritornino ad effettuare i colloqui dal vivo, con rischi seri per la salute dei detenuti e delle migliaia di agenti penitenziari che operano ogni giorno negli istituti del nostro paese.
A nome di questi ultimi chiederò con forza che questa possibilità venga scongiurata, nell’interesse della salute pubblica.
È inammissibile mettere così a repentaglio la salute dei tanti esponenti delle forze dell’ordine che già rischiano quotidianamente operando senza il giusto supporto e le adeguate strumentazioni.
Mi farò portavoce presso i vertici nazionali del mio partito affinché questa follia legislativa venga immediatamente modificata”.
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