“L’attività svolta dai magistrati riguarda una vicenda degli anni passati, legata all’uso di un radiofarmaco, composto sulla base di un radionuclide dotato dell’autorizzazione all’immissione in commercio, utilizzato nello stesso periodo in molte altre strutture sanitarie, anche ospedaliere, italiane. Sottolineiamo che non è mai stata in discussione la bontà e l’utilità della pratica diagnostica.
Il CMO continua ad operare regolarmente – continua la nota aziendale – e le prestazioni sanitarie continuano ad essere effettuate, ad eccezione delle Pet/Tac. Ribadiamo la piena fiducia nell’operato degli inquirenti ai quali abbiamo fornito ogni opportuno riscontro. Siamo pertanto estremamente fiduciosi che emergerà presto la nostra ineccepibile condotta, anche in merito alla diversa interpretazione giuridica operata dagli inquirenti oplontini.”