“Cinisi è ancora il paese di Peppino Impastato? E’ ancora un simbolo dell’antimafia e della lotta alla criminalità organizzata? Ho deciso di inviare una lettera di vicinanza alla comunità di Cinisi e al sindaco Giangiacomo Palazzolo, dopo che ho appreso la paradossale vicenda che lo vede indagato e costretto a difendersi per aver utilizzato un bene confiscato alla famiglia Badalamenti e affidato al Comune, dove tra l’altro nel corso di questi anni sono stati spesi fondi europei per affidarne una parte a Casa Memoria di Peppino” – è quanto dichiara in una nota Ciro Buonajuto, vicepresidente nazionale dell’Anci e sindaco di Ercolano.
“Oggi Leonardo Badalamenti, figlio sessantenne del boss Gaetano, chiede al Comune le chiavi dell’immobile contestando il passaggio, e la magistratura chiede al sindaco di difendersi dalle accuse. Un paradosso burocratico? Un difetto di notifica? Non entro nel merito della questione di carattere giuridico, ma da sindaco di una città come Ercolano, credo che la lotta contro ogni forma di illegalità, soprattutto nel Mezzogiorno, riusciamo a vincerla anche attraverso atti simbolici, come destinare l’immobile alla memoria di Peppino Impastato” – continua Buonajuto.
“Nella mia città la criminalità organizzata è stata sconfitta grazie al coraggio dei commercianti che hanno denunciato, al lavoro sinergico con le forze dell’ordine e della magistratura, ma anche attraverso il riutilizzo di quei beni confiscati che, quando recuperati e restituiti alla fruizione della città, assumono i contorni di un ‘totem laico’ che giorno dopo giorno ci ricorda che la legalità e il rispetto delle regole vincono sempre” – spiega il primo cittadino.
“Ad Ercolano abbiamo 19 beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, gli ultimi interventi in ordine di tempo, riguardano due di essi che, grazie ai finanziamenti del Pon legalità, diventeranno a breve un polo di legalità e cultura. Nello specifico i beni confiscati alla camorra diventeranno una sorta di centro per l’istruzione in cui si insegnerà l’inglese agli extracomunitari e ai ragazzi individuati dai servizi sociali del Comune. Investiamo in cultura e legalità perché in questo momento l’istruzione è l’arma più potente che abbiamo a disposizione per un riscatto da questa difficile situazione. Il nostro impegno a favore della legalità continuerà in ogni nostra azione con determinazione e fermezza. Intimidire un amministratore significa intimidire tutti noi ed è per questo che alla parte sana di Cinisi va la mia vicinanza” – conclude il vicepresidente dell’Anci.