L’attività investigativa è scaturita da una dettagliata denuncia della madre della vittima, che si è immediatamente rivolta ai Carabinieri dopo aver scoperto che il proprio figlio stava intrattenendo delle conversazioni in chat a sfondo sessuale con un adulto. Le indagini, grazie a testimoni, perquisizione e sequestro di apparecchiature informatiche, nonché consulenze tecniche, hanno consentito di rinvenire, nello smartphone del 30enne, un ingente quantitativo di materiale pedo-pornografico (114 immagini e 136 video).