Alla quarta e penultima giornata di gare degli Europei di Bydgoszcz, l’Atletica paralimpica italiana raccoglie i frutti più dolci del lavoro di quest’ultimo anno, con atleti esordienti che riescono ad imporsi alla ribalta internazionale.
Con due nuovi bronzi oggi, gli Azzurri portano a dieci il numero delle medaglie conquistate qui in Polonia (2 ori, 1 argento, 7 bronzi).
Nei concorsi Nicky Russo prende timidamente confidenza con la pedana del peso F35 e, con la misura migliore di 12,72 al primo lancio, si assesta subito in terza posizione. È però al quarto tentativo che il primatista italiano trova il 13,12, a conferma di quel bronzo che è certamente il suo regalo più bello al debutto con la Nazionale: “È un sogno che si realizza, non ho parole per descriverlo. È la mia prima competizione internazionale e quando ho saputo della convocazione, mi sono allenato ancora più duramente con la passione e la determinazione che mi hanno sempre accompagnato nell’ultimo anno e mezzo. Sapevo di poter vincere una medaglia e mi rimprovero di non aver fatto una gara più regolare. La tensione si è fatta sentire, ero un po’ rigido e non sono riuscito a spingere”. E, visibilmente emozionato, aggiunge: “Dedico tutto questo alla mia famiglia, a mia moglie, ai miei bambini e a mia madre che mi sono stati sempre vicini in questo duro percorso della mia malattia (la sclerosi multipla). Ringrazio la Federazione e tutto lo staff perché sono persone eccezionali. Vorrei che sempre più persone possano entrare in questo mondo in modo da incentivare i ragazzi a conoscere e provare lo sport paralimpico”.
La vittoria va al lituano Edgars Bergs che, proprio all’ultima prova, con 14 metri netti, supera di 5 centimetri il russo Alexander Elmin.
La stella che sta emergendo nel mezzofondo italiano è invece quella di Ndiaga Dieng, per tutti Cenga, l’atleta maceratese nato in Senegal che ha un talento come quello di pochi. La gara che conduce nei 1500 T20 è tecnicamente perfetta, ma solo il coraggio e la grinta che lo contraddistinguono gli permettono di aggrapparsi con le unghie e con i denti al terzo posto con un tuffo sul traguardo. Lo precedono i due russi Aleksandr Rabotnitskii (3:54.36) e Pavel Sarkeev (3:57.14), rispettivamente oro e argento, con l’Azzurro che chiude a 3:57.18 davanti all’ucraino Pavlo Voluikevych (3:57.31) in rimonta. Il recupero per lo sforzo all’arrivo è stato grande, ma salire sul podio per il tricolore è stato emozionante: “Questa medaglia di bronzo è importante per me perché è la prima volta che rappresento l’Italia in una competizione così competitiva. Oggi ho fatto una bellissima gara, una gara tattica. Appena ho visto il primo russo che ha attaccato all’ultimo giro, ho provato a stargli dietro, ma negli ultimi 80 metri ho iniziato a sentire fatica sulle gambe. Questo significa che c’è da lavorare parecchio e lo farò sicuramente perché io voglio andare alle Paralimpiadi di Tokyo. Voglio ringraziare la mia società Avis Macerata, Anthropos Civitanova, la FISPES, la mia famiglia e ovviamente il mio allenatore Maurizio Iesari”.
Tornando ai lanci, il discobolo ligure Lorenzo Tonetto affronta invece una tenace concorrenza di lanciatori F44-64 che arrivano a misure superiori ai 52 metri. Il numero uno di specialità per l’Italia centra un 46,38 per la sesta piazza che lo soddisfa a metà: “La gara non è andata male. La media dei lanci è stata abbastanza buona intorno ai 45-46 metri, a ridosso del mio personale. In realtà avrei potuto migliorare ancora per portare l’High Performance (48,30) per Tokyo e quindi non posso essere contento. Sicuramente il quinto posto era alla mia portata. Ora però mi aspettano quattro settimane di allenamento durissimo per cercare di riprendere il percorso di crescita che ho avuto negli ultimi mesi”.
A Bydgoszcz ce l’ha fatta Valentina Petrillo a coronare il sogno di rappresentare l’Italia. Stamattina, nella sua prima finale tra le donne, l’atleta transgender ottiene il quinto posto nei 400 T13 con l’orgoglio di aver limato ulteriormente il primato assoluto in due giorni. Rispetto all’1:00.29 di ieri, i centesimi che riesce a togliere sul giro di pista sono altri 20, per quell’1.00.09 che la fa entrare direttamente nei libri dei record italiani. La 47enne ipovedente è felicissima: “Inizia da qui una nuova avventura con una maggiore consapevolezza. È stato importante gareggiare in una competizione femminile e questa prima esperienza in azzurro è stata molto formativa per proseguire nella mia carriera. Ho dato tutto quello che potevo, anche considerando che 5 minuti prima di entrare allo stadio ho sentito un fastidio all’interno coscia. In cinque mesi sono migliorata di 5 secondi e so che non sono ancora al mio limite. La mia presenza qui è un segnale importante per tutte quelle ragazze trans come me che vivono nell’ombra”. E lo sguardo si rivolge ancora a Tokyo: “Io continuo a crederci. Vorrei ringraziare la Federazione per aver riposto questa fiducia in me, tutti i tecnici, il Comitato Italiano Paralimpico, i Presidenti Sandrino Porru e Luca Pancalli che mi hanno dato quest’opportunità. Avanti così”.