(a) per gli abbonati o in edicola – Torre del Greco – Scacciata, almeno in meno in parte, la crisi, un nuovo problema campeggia tra le fila dei corallari torresi: l’inserimento in Cites dell’oro rosso. Già dal luglio del 2009, 4 specie di coralli asiatici, sono state incluse nell’ Appendice III della Cites dietro richiesta della Cina, e senza alcun approfondimento scientifico sullo stato della risorsa. Tale decisione ha causato già ingenti danni alla categoria ed in particolare per i campionari di gioielli, scortati da carnet ATA e certificati Cites italiani e comunque trattenuti per mesi dalle dogane USA in attesa di individuare le specie di coralli. Gli Stati Uniti, spinti soprattutto da informazioni inesatte fornite da alcune associazioni e lobby ambientaliste, che ancora confondono il corallo delle barriere coralline da quello utilizzato dai torresi, hanno ripresentato tale proposta di inclusione dei coralli. La Commissione Europea ha deciso, in data 7 ottobre u.s., di ripresentare la richiesta di inserimento del corallo in Cites alla prossima Conferenza delle parti prevista per marzo 2010, nonostante la posizione fermamente contraria del nostro paese che, tra gli Stati membri, è quello maggiormente interessato sia nella pesca che nella lavorazione del corallo. “Tutto ciò porterà ad una regolamentazione del commercio sicuramente nociva per il settore – ha affermato Mauro Ascione, vice – Presidente dell’Assocoral – anche l’Amministrazione comunale ha mostrato interesse nei confronti dell’argomento, tuttavia il problema è mondiale”. Intanto gli imprenditori del corallo stanno soffrendo anche a causa dell’aumento della Tarsu: “Un aumento ingiustificato, soprattutto perché colpisce chi è in regola con i pagamenti – continua Ascione – le nostre aziende già pagano lo smaltimento dei rifiuti speciali ad un’altra azienda. Quindi, con la Tarsu paghiamo uno smaltimento che non c’è”.
M C. Izzo
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea de La Torre 1905 in edicola il 4novembre 2009